Harry Potter e i Doni della Morte: Parte I - La Recensione

E’ sbarcato (quasi) in tutto il mondo il settimo capitolo della saga di Harry Potter. Teoricamente sarebbe dovuto essere l’ultimo ma per ragioni legate alla lunghezza del libro (ma più probabilmente al marketing!) è stato diviso in due parti. Quindi avremo una seconda parte (in 3D!) a luglio che chiuderà definitivamente la saga del Maghetto occhialuto più amato da tutto il mondo.

Il primo Harry Potter uscì nel 2001, nove anni fa. Moltissimi di noi sono cresciuti insieme alla sua saga, il sottoscritto compreso, e se alcuni crescendo hanno deciso di abbandonarla, io faccio parte di quella parte che ha continuato a seguirla, nonostante Daniel Radcliffe e soprattutto nonostante David Yates.
Lo so, può sembrare masochismo allo stato puro, ma io sono fatto così!

Harry Potter e i Doni della Morte (Parte I) riprende la storia dopo la morte di Silente avvenuta nel capitolo precedente (Il Principe Mezzosangue). Voldemort oramai ha tutti ai suoi piedi e al giovane Potter non resta che fuggire da Hogwarts insieme ai suoi storici amici: Ron e Hermione. Ma la loro fuga non sarà semplice perche saranno braccati continuamente dai servitori di colui che non può essere nominato (Voldemort!).

David Yates ha iniziato a dirigere Harry Potter dal quinto capitolo: L’Ordine della Fenice, poi ha girato il sesto: Il Principe Mezzosangue e infine il settimo: I Doni della Morte, dividendolo in due parti. Ma non è solo per questo motivo che ha un ruolo fondamentale in questa saga, quello che ha fatto Yates è molto più importante, lui ha praticamente rovinato il Franchise di Harry Potter (mica Cotica!).

Diamogli atto che in questo ultimo capitolo di passi avanti ne ha fatti, nonostante non sia il miglior film della serie almeno non è uno dei peggiori.
Girato con un atmosfera sempre più dark e stavolta anche con qualche scenetta stile Horror, il film inizia benino per poi lasciarsi andare piano piano per tutta la prima parte riprendendosi nella seconda, fino ad un ottimo “finale” leggermente strappa-lacrime.
Le scene migliori sono quelle in cui c’è l’azione (o quelle in cui ci si prepara per questa), la migliore con Harry Potter costretto a lottare contro un enorme serpentone mangia-uomini.
Un’altra sequenza memorabile è la scena d’animazione in cui viene raccontata la leggenda dei doni della morte, molto ben realizzata e da molti ribattezzata come la cosa migliore vista fino ad ora in tutta la saga del maghetto. Purtroppo le parti più lente e pesanti del film sono i tanti, troppi dialoghi tra i tre protagonisti, noiosi, banali e spesso insopportabili.
Tra l’altro non è mai piacevole stare troppo sulle inquadrature che vedono protagonista Daniel Radcliffe il quale l’unica magia che è riuscito a realizzare (degna del personaggio che interpreta) è stata quella di fare l’attore pur non sapendo recitare!
La più brava dei tre, come si era già ampiamente visto in passato, è Emma Watson (Hermione) che forse sarà l’unica con qualche possibilità di costruirsi una carriera post-Potteriana, Rupert Grint, a parte qualche smorfietta qua e la, non convince moltissimo.

Centocinquanta minuti di alti e bassi ci accompagnano verso quello che sarà “il vero” finale in cui speriamo, l’azione sarà protagonista assoluta. Non rimane che aspettare luglio quindi, per vedere non solo come finirà questa storia ma soprattutto per iniziare a scoprire che fine faranno i suoi protagonisti dopo essersi liberati di un peso così grande come quello di HARRY POTTER.
La nota positiva è che finalmente dopo undici anni anche questa saga sta per giungere al termine.


Trailer:

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