Fast & Furious 5 - La Recensione

Arriva al quinto capitolo, ma sarebbe più logico dire l’ennesimo, anche la saga di “Fast & Furious”. Cominciata circa dieci anni fa con un fortunatissimo grande successo, è stata successivamente vittima di numerosi sequel e croce e delizia per molti dei suoi protagonisti. C’è chi l’ha usata come trampolino di lancio tentando di costruirsi poi una carriera, chi invece ha preferito non abbandonarla mai assicurandosi sempre il proprio posto sul sedile davanti. Ma tra successi e fallimenti c'era anche chi di certo il posto sulla propria auto non l’avrebbe perso mai, le colonne: Vin Diesel e Paul Walker. Entrambi figliol prodighi e fondatori, tornati all’ovile insieme grazie al penultimo capitolo “Solo Parti Originali” (ma meglio dire grazie ai loro fallimenti cinematografici) scatenando un favorevolissimo consenso da parte del pubblico.
Le cose però adesso potrebbero cambiare nuovamente perché il quinto episodio, che magari qualcuno non vedeva l’ora di vedere (ma non io!), mette in luce una scarsissima qualità di idee, riuscendo a farci chiedere anche se davvero sia necessario e intelligente farne addirittura un sesto capitolo.

Questa volta le circostanze portano Dominic Toretto (Vin Diesel) e Brian O’Conner (Paul Walker) a Rio de Janeiro dove, a causa di un colpo, finiscono col rubare un microchip appartenente ad un mafioso uomo d’affari del luogo. L’incidente porterà sulle loro tracce anche l’agente Luke Hobbs (Dwayne “The Rock” Johnson), il quale avrà il compito di arrestare Toretto e Compagni. Oppure no!

Sappiamo tutti che la trama di questi film è solamente un pretesto per cominciare a fare caciara. Quello che spesso sfugge però, è che anche la caciara, stranamente deve avere un suo ordine ben preciso e senza dubbio, deve essere credibile. Se vuoi far assistere il pubblico ad una scena fuori dall’ordinario, devi prepararlo, convincerlo tramite una spiegazione più o meno plausibile che ciò a cui assisterà è in qualche modo possibile. Di solito le basi per degli ottimi film di azione-eccessiva si basano molto su questa teoria. “Fast & Furious 5”, magari per risparmiare tempo o semplicemente per menefreghismo assoluto, si dimentica questo fondamentale, iniziando a dar giù follie come se niente fosse. Quello che per alcuni, o molti, potrebbe essere accettato e anche etichettato come “ficata pazzesca” (passatemi il termine ormai troppo giovanile!) per altri fa si che la pellicola scenda nel ridicolo più assurdo finendo anche per risultare involontariamente divertente.
Da quello che ricordo inoltre, “Fast & Furious” aveva dalla sua, la particolarità delle corse con macchine altamente veloci e modificate: ma adesso che fine hanno fatto? Qui non se ne vede nemmeno l’ombra anzi, quando viene annunciata una gara (due volte) nemmeno ci fanno assistere ad essa ma staccano subito alla conclusione informandoci solo del vincitore.
Come mai si cerca di fare malamente una sorta di "Ocean’s Eleven" in cui oltre a sfidare le leggi della realtà si arriva fino a sfidare quelle della fisica, dimostrando che i muscoli di Vin Diesel e la bellezza di Paul Walker sono strumenti più efficaci di qualsiasi cosa? Non sarebbe stato meglio andare avanti con ciò che aveva contraddistinto questo titolo e mostrare le corse delle macchine?

Ma il mio più sincero applauso và allo sceneggiatore Chris Morgan. Scrivere le cose che si vedono in questo film non è mica da tutti. Chiunque prima di ideare una scena con un’enorme cassaforte di ferro (o quello che è) legata a una macchina e trasportata in autostrada con un inseguimento ad alta velocità di un quarto d’ora, si chiederebbe “ma non sto esagerando?; come faccio a renderlo credibile?”. Lui queste domande non se le pone nemmeno, merito magari di qualche sostanza particolare usata per “facilitare” la stesura del film!

E se per caso non siate troppo convinti che quello che vedete per due ore e dieci sia esageratamente eccessivo, non disperate perché dopo i titoli di coda c’è una scena ancor più incredibile che ovviamente dovrà essere “spiegata” nel sesto capitolo già annunciato. A dirigerlo dovrebbe esserci ancora una volta Justin Lin, il regista di questo film e mi auguro con tutto il cuore, anche Chris Morgan coi suoi straordinari stupefacenti per la sceneggiatura.

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