Una Notte da Leoni 2 - La Recensione

Tornano i leoni (come dice la locandina) o per usare un termine più comune ad Alan, il branco si riunisce.
A un anno di distanza dal sorprendente, divertentissimo primo capitolo ambientato a Las Vegas, il regista Todd Phillips riunisce nuovamente l’intera banda di inaffidabili, scalmanati amici e questa volta decide di farli sballare tra le pericolose vie di Bangkok.

Phil (Bradley Cooper), Alan (Zach Galifianakis) e Doug (Justin Bartha) partono alla volta della Thailandia per celebrare il matrimonio di Stu (Ed Helms). Durante un drink organizzato per festeggiare l’evento, i quattro amici perderanno ancora una volta il controllo svegliandosi il giorno seguente a Bangkok, in una camera malridotta e in condizioni assai peggiori di quelle viste a Las Vegas.

Il secondo capitolo di “Una Notte da Leoni”, è semplicemente un remake più eccessivo e più folle del capitolo precedente.

A fare la differenza sono solamente la nuova location e le diverse situazioni sempre più squilibrate vissute dai suoi spassosi protagonisti.
Sebbene già nel primo capitolo di Las Vegas le cose assurde e sorprendenti non esitavano a mancare, Bangkok metterà Phil, Alan e Stu di fronte ad alcune situazioni potenzialmente molto più pericolose della loro costante irresponsabilità. A dircelo in prima battuta, è la telefonata di Phil che apre l'inizio del film e a confermarcelo poco più avanti, sarà un risveglio molto più agghiacciante del loro ultimo.

Il regista Todd Phillips ripropone, in modo ancor più sovraccarico, lo stesso spettacolo già collaudato e molto apprezzato del film precedente. Quello che ne deriva però, è qualcosa di già visto, di poco divertente e, in alcuni casi, anche di leggermente noioso. Non c’è dubbio che oramai l’alchimia tra i personaggi sia diventata pressoché perfetta e che metterli insieme può generare sempre facilmente qualsiasi tipo di risata, ma c’è anche da dire però che se il primo capitolo aveva funzionato alla grande, non era stato solamente per il loro affiatamento ma soprattutto per l'inaspettata freschezza e originalità che portava con sè. Fattori che inevitabilmente questa volta non possono che andar perduti.

E’ evidente allora che qualcosa si inceppi.
Servono a poco le partecipazioni di Nick Cassavetes (il tatuatore) e Paul Giamatti, non aiutano molto nemmeno i rientri di Mike Tyson e Ken Jeong (Leslie Chow).
Ma l'impressione anzi, è che la storia avesse più bisogno di qualche nuovo personaggio, qualcuno da amalgamare alla compagnia, qualcuno con maggior spessore che potesse regalare qualcosa di veramente nuovo a ciò che era del tutto vecchio (vedi Heather Graham in passato).

E allora paradossalmente è proprio la presenza del precedente capitolo, fondamentale nella realizzazione del secondo, il motivo per cui quest’ultimo non avrebbe la necessità di esistere. A questo punto chissà se il paradosso sarà fondamentale anche per la realizzazione del terzo, visto che anche qui si parla già di trilogia.

Trailer:

Commenti