La Leggenda del Cacciatore di Vampiri - La Recensione

In originale era "Abraham Lincoln: Vampire Hunter" il titolo dell'ultima pellicola diretta dal regista russo Timur Bekmambetov. Un dettaglio tralasciato nella distribuzione italiana ma rilevante per sapere quanto quel cacciatore descritto nel nostro titolo non sia affatto un cacciatore qualunque o un ultimo arrivato.

Servendosi della sceneggiatura scritta da Seth Grahame-Smith, autore anche del romanzo da cui è tratto il film, Bekmambetov tenta di realizzare un operazione analoga a quella intrapresa da "X-Men: L'Inizio" e "Captain America: Il Primo Vendicatore" e cioè mischiare la fantascienza alla storia reale, utilizzando una figura come quella del sedicesimo presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln, e immettendola in un contesto in cui questa è costretta a reinventarsi ammazzavampiri seriale -con tanto di accetta come arma preferita- alla ricerca di vendetta a causa della morte della madre.

Mettendola su questo piano non sembrerebbe neppure tanto male il progetto de "La Leggenda del Cacciatore di Vampiri" e se a dirigere è il cineasta di "Wanted", e a produrre un certo Tim Burton, il primo pensiero lascerebbe intendere almeno ad un onesto e sano prodotto di puro intrattenimento. Bekmambetov però questa volta sbaglia il pedale di sfogo, lesinando molto sulla sua arma migliore a disposizione, l'azione trash, e favorendo l’appoggio su una sceneggiatura scritta in maniera molto approssimata e caotica. Il risultato allora è un lavoro che si accartoccia continuamente su sé stesso, faticando a trovare una precisa identità e che procede con infiniti alti e bassi alla lunga solo penalizzanti.

A non aiutare l’insieme, specie nei momenti più ragionati, c’è la mancanza di un attore carismatico in grado di sostenere da solo il peso della scena. Benjamin Walker nel ruolo di Lincoln si lascia notare esclusivamente per la sua somiglianza con l’attore Liam Neeson e per un viso molto pronunciato, perfetto per essere contrapposto a quello dolcissimo e angelico dell'incantevole Mary Elizabeth Winstead. Il suo spazio gli viene rubato costantemente da chiunque si trovi al suo fianco, in primis un Dominc Cooper detentore del personaggio sicuramente più interessante della trama.

La Leggenda del Cacciatore di Vampiri” dunque non brilla mai e non riesce nemmeno a giocarsi al meglio le poche carte a disposizione. Persino il 3D, che in apertura figurava utilizzato intelligentemente, somministrando profondità alle immagini, si va perdendo nella confusione di una pellicola che non ha mai compreso quali fossero le vere finalità per le quali sia dovuta passare dalla carta allo schermo.


Trailer:

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