Black Panther - La Recensione

Black Panther Film Marvel
Del sovrabbondante parco di super-eroi proposti dalla Marvel al cinema (perlomeno tra i front-man), Black Panther è, forse, quello che gode dell’appeal minore in assoluto. E non solo per una questione legata al fatto che non gli era stato ancora concesso un film stand-alone con il quale mettersi in mostra a tutto tondo, ma proprio perché non rappresenta, per designazione e immaginario, il modello classico e di riferimento del paladino amato da grandi e piccini.

Non a caso è un personaggio che nasce in Africa, quello di Re T’Challa; nella regione spirituale del Wakanda: una terra semi-sconosciuta, battezzata dai più distratti come una delle tante facenti parte del Terzo Mondo. Solo chi ci abita, infatti, è a conoscenza dell’enorme riserva di vibranio che quelle terre nascondono: un prezioso metallo indistruttibile che, se messo al servizio della tecnologia, è in grado di produrre passi da gigante inconcepibili, capaci di rivoluzionare l’universo-tutto. Informazioni segrete, protette nel corso delle generazioni, che, se diffuse a livello internazionale, non avrebbero fatto altro che portare le maggiori potenze mondiali a depredare ulteriormente un continente già in difficoltà e in costante vessazione: motivo per cui il compito principale del Black Panther in carica è quello di fare in modo che ciò non accada, proteggendo esclusivamente il suo paese, i suoi abitanti e la materia prima, di cui sopra, utile alla loro crescita e sostentamento. Insomma, stiamo parlando di un super-eroe fuori dal comune, non di un ragazzino, non di un magnate pentito, ma di qualcuno che per essere capito, amato e preso ad esempio, ha bisogno che dall'altra parte ci sia un cervello e una conoscenza particolare, al di fuori della semplicità e della leggerezza abituale, invocata da un cine-comic. Un’arma a doppio taglio, quindi, specie per quanto riguarda l’orientamento ultimo di queste pellicole a prendersi troppo sul serio pur non avendone la stoffa; a dimenticare che il loro scopo primario sia l’intrattenimento, andando sempre alla ricerca di qualcosa di più pretenzioso (e prezioso) che, se è raggiungibile, lo è sicuramente con determinate precauzioni.

Black Panther Chadwick BosemanPrecauzioni che "Black Panther" prova a prendere, ma con scarsi risultati, affondando le radici nella retorica grossolana e puntando più alla sensibilizzazione dello spettatore che al suo divertimento. Fa filosofia da quattro soldi, la pellicola diretta da Ryan Coogler, si sofferma su problematiche sociali palesi; sulla complicata gestione del potere; mette in mostra una politica arrabbiata, sporca e dedita alla violenza, che è un po’ quella dei tempi che corrono e che, noi per primi, non vorremmo vedere; eppure non riesce mai a pescare la chiave giusta per essere convincente, mai a permettere agli argomenti che ha tra le mani di graffiare come farebbe una Pantera Nera, accusando il contraccolpo di un appesantimento generale che va a ricoprire l’intera storia.
Una storia che - ad essere sinceri - nonostante i vari legami - spesso anche eccessivamente lampanti - con altri famosi titoli cinematografici, nelle parentesi in cui si abbandona all'action e alla leggerezza cambia immediatamente di ritmo e passione: specialmente nella trasferta koreana (forse la sequenza migliore del film) dove Chadwick Boseman riesce ad offrirci un'anteprima gratuita di come potrebbe essere 007 semmai decidessero, un giorno, di affidare il ruolo ad un attore afro-americano (e il villain a Andy Serkis, vi prego!).

Tuttavia, di fronte a tale sbilanciamento e confusione, c'è ben poco da stupirsi: nel senso che ormai la piega presa dalla Marvel la conosciamo ed è destinata a restare questa quantomeno fino al termine della famosa terza-fase. Certo, un po’ dispiace il non poter assistere più ai cine-comic come si faceva una volta: quando Sam Raimi col primo Spider-Man dettava le regole e nessuno si sarebbe mai azzardato a eseguire assoli fuori sincrono, non in linea con la musica e, soprattutto, al di sopra del suo estro.

Trailer:

Commenti

  1. io amo la Marvel, la preferisco di gran lunga alla Dc perché sa come dare quell'impronta ricca di humor, e poi perché sa essere americano con quel fragore degno di tale appellativo

    Black Panther indubbiamente non è l'eroe che prediligo, a dire il vero mi aveva annoiata anche nel film corale, quindi... però a vederlo vado di sicuro

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