The Canyons - La Recensione


Doveva essere la rinascita di Lindsay LohanThe Canyons”, il rilancio di una carriera interrotta nell’accelerazione più brillante, bruscamente frenata da uno stile di vita che l’ha portata in giro per rehab facendole dimenticare, anche con licenziamenti inaspettati, il profumo dei set.

Ma Lindsay ora ci crede, crede in se stessa, si autoproduce e accetta di recitare al fianco del porno attore James Deen facendosi dirigere da Paul Schrader, sceneggiatore di “Taxi Driver” e conoscitore di cinema a tutto tondo, una sicurezza teorica per chi in mano è rimasto con un ultima carta e gli ultimi risparmi da spendere. La fretta di cancellare un passato scomodo e di dimostrare, per lo meno, la voglia a ricominciare il suo lavoro, portano però la Lohan a riflettere poco e a schiantarsi ancora, stavolta senza possibilità di ritorno, in un qualcosa che somiglia molto ad un porno, con l'unica differenza che a mancare sono proprio le scene esplicite, quelle che tendono a contraddistinguerlo.

Pare scritto e diretto da una crew di frequentatori di quel mondo infatti “The Canyons”: c'è una regia imbarazzante, superata solamente da una sceneggiatura ancor peggiore, che rimanda ad un risultato non raccomandabile a nessuno abbia intenzione di percorrere le strade del cinema più rispettabile. E più si prosegue, più si ha la sensazione che le scene mancanti di cui sopra siano state girate e poi censurate. Del porno sono presenti gli attori (non solo Deen), le circostanze, le riprese da dilettanti, eppure la pellicola si ostina a credere di poter essere credibile anche sotto altri generi, nello specifico in quello del thriller claustrofobico, con protagonista un maniaco, persecutore sessuale inquietante e psicopatico.

Inutile soffermarsi quindi sull'argomento recitazione. Passi Deen per ovvie ragioni, ma se la Lohan poteva almeno inserire un titolo recente nel suo curriculum di reintegrazione con “The Canyons” sarebbe molto più intelligente depennare il tutto e giocarsi le chance di una parte con le performance precedenti. La ragazza è completamente lontana dai tempi migliori (quelli di “Mean Girls” per intenderci) e la sua immagine dimostra che gli ultimi folli anni si son fatti sentire non poco sulla pelle e sul corpo.

Con grande dispiacere possiamo affermare allora che “The Canyons” è definitivamente il punto di chiusura tra Lindsay Lohan e il cinema. A meno di altre autoproduzioni difficilmente qualcuno sarà intenzionato ad arruolare sul set una ragazza ventisettenne che oggi dimostra almeno dieci anni di più e che praticamente ha perduto qualsiasi tipo di approccio con la macchina da presa e la recitazione.
Senza contare le recenti voci che la vedono nuovamente vittima dell'ormai noto tunnel della droga.
Ma chi è causa del suo mal...

Trailer:

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