[In Concorso] Night Moves - La Recensione

E’ un cinema che inganna quello rincorso dalla regista Kelly Reichardt, un cinema che pare voler solo denunciare e sensibilizzare lo spettatore nei confronti dell’ambiente e in un certo senso, e fino a un certo punto, c’è da dire che principalmente è così, se non fosse per una piccola e imprevista deviazione che scombina l’arrivo a una meta già annunciata, alterandola con leggerissime e intrascurabili sfumature.

Night Moves” emerge in principio come la missione di due ventenni (coordinati da un organizzatore poco più grande di loro) impegnati a far saltare in aria una diga idroelettrica e a sensibilizzare l’attenzione della massa distogliendola dai futili interessi quotidiani. Un atto terroristico che dovrebbe convogliare l'attenzione sulla salvaguardia del pianeta e che tuttavia finisce per non compiersi secondo le previsioni: la diga esplode ma a provocare il rumore mediatico è la morte accidentale del campeggiatore accampato sotto di lei e così ciò che era partito come un gesto che avrebbe dovuto scuotere il mondo, finisce per scuotere fortissimo solamente il mondo (più piccolo) dei suoi esecutori.

Ed è precisamente qui allora che la Reichardt cambia registro e si getta sulle sensazioni dei protagonisti, esplora da vicino il loro senso di colpa, le preoccupazioni e la contemplazione di un gesto a conti fatti meno incisivo del previsto. Guadagna terreno fertile dalle interpretazioni convincenti implosive di Jesse Eisenberg e da quelle più sottratte e nervose di Dakota Fanning e monta moltissime sospensioni narrative la maggior parte raggruppate specialmente nella parte in cui si lavora alla pianificazione e al compimento dell'ingrata operazione. Sono potentissimi i momenti in cui a far da padrone si presenta il silenzio, dove il disuso delle parole è sostituito da sguardi fissi ed espressione dei volti in grado di dire assai più di qualunque dialogo ben impostato. Muscoli da cui si intravede la forza principale della Reichardt e che trasmettono e scuotono corde angoscianti senza il bisogno di chiarificare tutto con la voce.

In questo modo quel cinema che ingannava trova validissime ragioni per affermarsi credibile e convincente: non esenta da difetti, chiede pazienza, si perde un tantino nella risoluzione, ma quando è il turno di colpire in silenzio e di fioretto sa benissimo come usare la spada e ferire di striscio.
Disciplina, tra l’altro, in cui Jesse Eisenberg ultimamente si sta affermando campione mondiale, riuscendo ogni volta a immedesimarsi in dei ruoli molto simili tra loro e a regolarli, differenziandoli, con un'immensa capacità di gestione del temperamento. Sia in eccesso che in difetto.

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