Reiji Kikukawa è un agente di polizia scarso e pervertito sessualmente, debolezza che lo conduce al licenziamento sotto il quale, in preda a un raptus di integrità, viene promosso come infiltrato per incastrare e arrestare il potente boss di un organizzazione criminale locale. Reiji, stenta a credere all'accaduto ma, superate sapientemente, e in successione, le altre, improbabili, prove, gradisce l'incarico e comincia a stringere con astuzia e velocità i legami necessari per rendere credibile la sua copertura.
Da una filmografia satura e variopinta, nella quale ha saputo alternare l'andatura dei generi con dimestichezza e intelligenza, Takashi Miike prende un momento di assoluto relax e imbastisce una commedia brillante con protagonisti poliziotti e gangster mafiosi. Sulla scia di un assurdo che, in quanto tale, il più delle volte si trova a diventare addirittura visionario e folle "The Mole Song: Undercover Agent Reiji" tira fuori il contesto per andarsi a ispirare a immaginari di vario tipo cercando di non rimanere mai assolutamente serio, neppure quando si ricompone un po' per affrontare l'unico argomento morale del suo portafoglio nel quale vorrebbe il blocco categorico dello spaccio di droga a spese del Giappone. E' un'opera demenziale, pop e con riferimenti al fumetto (dal quale è tratto) e ai manga, abitata da personaggi eccessivi e strambi in grado di accentuare l'eccentrismo onnipresente sullo schermo e di strappare risate di grande gusto, molto spesso praticando teatrini inverosimili.
Tuttavia questo infinito lato scherzoso su cui Miike converge al massimo la concentrazione del suo lavoro tende a raffreddarsi sempre di più lungo il cammino della pellicola e a non mantenere la stessa vivacità man mano che questa si avvicina alla resa dei conti prevista nel finale. Nonostante si continui, quindi, singhiozzamente a ridere delle situazioni che sbattono addosso all'agente Reiji e dei comportamenti che lui stesso tiene nei confronti della missione e della ragazza che ama, la trama che inizialmente reggeva sulle sue gambe sente improvvisamente il bisogno di un sostegno che non ha e non potrà assolutamente avere, faticando così a non cadere in ginocchio stremata e a dover resistere attendendo l'aiuto dei titoli di coda che comunque arriveranno dopo oltre due ore.
Nel complesso però rimproverare "The Mole Song: Undercover Agent Reiji" sarebbe un azione scorretta, difetti a parte, la pellicola sa collezionare intrattenimento a mille a l'ora e, a tratti, diventare persino pazzoide e geniale. Quello di Miike è cinema di chi pratica un mestiere per amore e per divertimento proprio, per cui, da parte nostra, partecipare a quella che potrebbe essere considerata una festa privata deve essere una soddisfazione da prendere e conservare.
Trailer:
Da una filmografia satura e variopinta, nella quale ha saputo alternare l'andatura dei generi con dimestichezza e intelligenza, Takashi Miike prende un momento di assoluto relax e imbastisce una commedia brillante con protagonisti poliziotti e gangster mafiosi. Sulla scia di un assurdo che, in quanto tale, il più delle volte si trova a diventare addirittura visionario e folle "The Mole Song: Undercover Agent Reiji" tira fuori il contesto per andarsi a ispirare a immaginari di vario tipo cercando di non rimanere mai assolutamente serio, neppure quando si ricompone un po' per affrontare l'unico argomento morale del suo portafoglio nel quale vorrebbe il blocco categorico dello spaccio di droga a spese del Giappone. E' un'opera demenziale, pop e con riferimenti al fumetto (dal quale è tratto) e ai manga, abitata da personaggi eccessivi e strambi in grado di accentuare l'eccentrismo onnipresente sullo schermo e di strappare risate di grande gusto, molto spesso praticando teatrini inverosimili.
Tuttavia questo infinito lato scherzoso su cui Miike converge al massimo la concentrazione del suo lavoro tende a raffreddarsi sempre di più lungo il cammino della pellicola e a non mantenere la stessa vivacità man mano che questa si avvicina alla resa dei conti prevista nel finale. Nonostante si continui, quindi, singhiozzamente a ridere delle situazioni che sbattono addosso all'agente Reiji e dei comportamenti che lui stesso tiene nei confronti della missione e della ragazza che ama, la trama che inizialmente reggeva sulle sue gambe sente improvvisamente il bisogno di un sostegno che non ha e non potrà assolutamente avere, faticando così a non cadere in ginocchio stremata e a dover resistere attendendo l'aiuto dei titoli di coda che comunque arriveranno dopo oltre due ore.
Nel complesso però rimproverare "The Mole Song: Undercover Agent Reiji" sarebbe un azione scorretta, difetti a parte, la pellicola sa collezionare intrattenimento a mille a l'ora e, a tratti, diventare persino pazzoide e geniale. Quello di Miike è cinema di chi pratica un mestiere per amore e per divertimento proprio, per cui, da parte nostra, partecipare a quella che potrebbe essere considerata una festa privata deve essere una soddisfazione da prendere e conservare.
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