Saving Mr. Banks - La Recensione

Il dietro le quinte che portò alla realizzazione, nel 1964, del meraviglioso classico "Mary Poppins", le difficoltà di negoziazione e di rapporto intercorse tra l'imprenditore Walt Disney e la spigolosa autrice del libro Pamela Lyndon Travers, e poi i flashback, quelli di una dolce bambina proveniente da una famiglia modesta, afflitta dai comportamenti immaturi di un padre tanto amorevole quanto irresponsabile.

Ridotta ai minimi termini è questa la polpa contenuta in "Saving Mr. Banks", un backstage gradevole con all'interno un ritratto abbozzato rivolto a caratterizzare la personalità aspra e ruvida di Helen Lyndon Goff (vero nome della Travers). Eppure ciò non sarebbe stato abbastanza per rendere interessante la pellicola e per giustificarne la realizzazione, per cui, dietro alla prima lastra visibile e sottile, è stato indispensabile inserirne anche una seconda, appannata ma non troppo, che lega indissolubilmente l'arte del cinema alla durezza e all'assenza di magia che, il più delle volte, si trovano a circondare la nostra esistenza.

E probabilmente è stato questo il compito dove John Lee Hancock ha rischiato di bruciarsi l'intera posta della sua prestazione registica, ma dove, fortunatamente, è riuscito a non deludere, infondendo a quel paio di scene madri a disposizione una melassa non eccessivamente zuccherosa, ma dolce e amara il giusto da fare inumidire gli occhi e far scendere qualche lacrima senza nauseare. Va detto che non molto della commozione restituita dalla sceneggiatura scritta da Kelly Marcel appare di stampo spontaneo e generoso, e che quella di sentirsi un po' vittime di una messa in scena studiata al millimetro a volte è più di una sensazione, ma perlomeno l'avere evitato di entrare troppo nel drammatico è il segnale di un intercettazione sana e ponderata del senso della misura. Certo è che la Disney - che chiaramente qui ha il privilegio di cantarsela e suonarsela a proprio piacimento - non rinuncia in alcuna occasione a lucidare il suo marchio facendolo brillare di luminosità accecante, e genera un contrasto tra il personaggio di Walt (interpretato da Tom Hanks) e quello della Travers (impersonata da Emma Thompson) obiettivamente discutibile se non addirittura ai limiti del leale, convertendo l'intera solarità in favore del primo e dedicando alla seconda l'infezione, chiaramente curabile, di una negatività assoluta.

Però, per quanto possa sembrare da un lato giusto ma da molti altri sbagliato il non aver voluto sporcare moralmente nemmeno con una goccia una personalità influente come quella di Walt Disney, dobbiamo ammettere che "Saving Mr. Banks" alla fine riesce a raggiungere pienamente gli intenti prefissati, affermandosi come buonissimo prodotto per famiglie e commuovendo laddove annunciava di farlo. Nonostante forse, per chi scrive, la pellicola di Lee Hancock rimarrà più impressa per via della migliore interpretazione di Colin Farrell al cinema e per la gran voglia depositata di rivedere il capolavoro di cui tanto narra la gestazione.

Trailer:

Commenti