Se pensiamo al Natale e ai film di riferimento che ogni anno vengono riproposti e discussi, i titoli che saltano alla mente sono sempre gli stessi: da "Una Poltrona Per Due" a "Miracolo Sulla 34^ Strada", da "Nightmare Before Christmas"a "Mamma Ho Perso L'Aereo", senza dimenticare quel "Canto Di Natale" di Charles Dickens, adattato in mille salse da oltre un secolo e mai invecchiato di una virgola. Questo nonostante, comunque, i tempi vadano avanti e le generazioni, nel bene o nel male, crescano e cambino immensamente modo di essere, adeguandosi ad una realtà stravagante, instabile e quindi ormai poco incline a quegli standard di riferimento.
Insomma, finché si è piccoli va pure bene, nulla da recriminare, ma di un'avventura natalizia tanto spirito e poca magia, da mandare giù tutta d'un fiato, come uno shottino di tequila, sinceramente, a un certo punto, il bisogno cominciava a sentirsi. E che tale bisogno non fosse a senso unico, bensì un vuoto su larga scala, condiviso internazionalmente, ce lo conferma anche lo sceneggiatore e regista Jonathan Levine che, percepito il nostro stesso vuoto/disagio, ha deciso di assumersi lui stesso il dovere di risolvere la questione andando a scrivere una nuova favola delirante, geniale e, a tratti, epica. Questo - e ci teniamo a dirlo - senza dover sacrificare minimamente quelli che vengono considerati i valori del Natale, quindi il calore, la famiglia, ma soprattutto l'amicizia, che nel caso specifico di "The Night Before" è, come dire, il puntale, insostituibile di un albero addobbato in maniera non proprio classica, fin troppo colorato, ma ugualmente ammaliante.
Ruota infatti intorno a tre amici e al loro ultimo anno in cui festeggeranno insieme, come una famiglia, la sera del 24 Dicembre, la pellicola: una tradizione che, dopo la morte accidentale dei genitori di uno dei tre, è divenuta pretesto immancabile per concedersi alla pazza gioia tra videogame, alcool, feste e droga, fortificando così un legame già solido e onorando una ricorrenza che, per antonomasia, vuole intorno a sé un clima sempre più disteso ed entusiasmante. L'età adulta del resto bussa alla porta, e per quanto si voglia ritardarne l'apertura, prima o poi, arriva un momento in cui bisogna smettere di opporre resistenza e fare in modo che si accomodi, qualunque cosa voglia dire.
Joseph Gordon-Levitt, Seth Rogen e Anthony Mackie si abbandonano perciò al divertimento più assoluto, scaldandosi inizialmente con la moderazione di chi è esperto nel campo e poi aumentando il livello di agonismo in progressivo, tirando in ballo spacciatori poco raccomandabili, droghe pesanti o semplicemente attirando attenzione in un bar-karaoke con una performance a tre spiritosa e accattivante. E' l'avvio di una nottata perfetta e apparentemente schedulata al millimetro, dirottata nel suo equilibrio armonico solo da quell'immaturità generale che, inconsapevole, ha in mente di voler toccare nervi scoperti, non tanto per il semplice gusto di godersi le reazioni, ma per verificare se c'è una possibilità di poterli ricoprire una volta per tutte, rovesciando le sorti impeccabili di un ultima uscita per mettere apposto quelli di tre vite. Con la stessa dose di eccesso e di stravaganza, che era stata la fortuna principale di "The Interview" (che con "The Night Before" condivide molto più di quel che si pensi), Levine allora mette in scena una parata di divertimento incondizionato e distinto a cui dona compimento totale in un terzo atto iper-brillante, dove due partecipazioni eccellenti alzano di gran lunga un'asticella di esaltazione di per sé già soddisfacente e acuta, aggiungendo a quell'albero di cui sopra gli addobbi di contorno non indispensabili, eppure determinanti.
Un lavoro ineccepibile e persuasivo, bravo anche a giocare con riferimenti cinematografici istantanei per intensificare il suo valore e colpire secco il bersaglio. Poiché, una volta entrati dentro al tunnel di "The Night Before", sarà una missione quasi impossibile il poterne uscire illesi, il non considerarlo più come uno dei film di Natale di riferimento, da tenere a portata di mano durante il periodo delle feste e non solo.
In particolar modo se vi sentite troppo grandi e sazi per i classici intramontabili.
Trailer:
Insomma, finché si è piccoli va pure bene, nulla da recriminare, ma di un'avventura natalizia tanto spirito e poca magia, da mandare giù tutta d'un fiato, come uno shottino di tequila, sinceramente, a un certo punto, il bisogno cominciava a sentirsi. E che tale bisogno non fosse a senso unico, bensì un vuoto su larga scala, condiviso internazionalmente, ce lo conferma anche lo sceneggiatore e regista Jonathan Levine che, percepito il nostro stesso vuoto/disagio, ha deciso di assumersi lui stesso il dovere di risolvere la questione andando a scrivere una nuova favola delirante, geniale e, a tratti, epica. Questo - e ci teniamo a dirlo - senza dover sacrificare minimamente quelli che vengono considerati i valori del Natale, quindi il calore, la famiglia, ma soprattutto l'amicizia, che nel caso specifico di "The Night Before" è, come dire, il puntale, insostituibile di un albero addobbato in maniera non proprio classica, fin troppo colorato, ma ugualmente ammaliante.
Ruota infatti intorno a tre amici e al loro ultimo anno in cui festeggeranno insieme, come una famiglia, la sera del 24 Dicembre, la pellicola: una tradizione che, dopo la morte accidentale dei genitori di uno dei tre, è divenuta pretesto immancabile per concedersi alla pazza gioia tra videogame, alcool, feste e droga, fortificando così un legame già solido e onorando una ricorrenza che, per antonomasia, vuole intorno a sé un clima sempre più disteso ed entusiasmante. L'età adulta del resto bussa alla porta, e per quanto si voglia ritardarne l'apertura, prima o poi, arriva un momento in cui bisogna smettere di opporre resistenza e fare in modo che si accomodi, qualunque cosa voglia dire.
Joseph Gordon-Levitt, Seth Rogen e Anthony Mackie si abbandonano perciò al divertimento più assoluto, scaldandosi inizialmente con la moderazione di chi è esperto nel campo e poi aumentando il livello di agonismo in progressivo, tirando in ballo spacciatori poco raccomandabili, droghe pesanti o semplicemente attirando attenzione in un bar-karaoke con una performance a tre spiritosa e accattivante. E' l'avvio di una nottata perfetta e apparentemente schedulata al millimetro, dirottata nel suo equilibrio armonico solo da quell'immaturità generale che, inconsapevole, ha in mente di voler toccare nervi scoperti, non tanto per il semplice gusto di godersi le reazioni, ma per verificare se c'è una possibilità di poterli ricoprire una volta per tutte, rovesciando le sorti impeccabili di un ultima uscita per mettere apposto quelli di tre vite. Con la stessa dose di eccesso e di stravaganza, che era stata la fortuna principale di "The Interview" (che con "The Night Before" condivide molto più di quel che si pensi), Levine allora mette in scena una parata di divertimento incondizionato e distinto a cui dona compimento totale in un terzo atto iper-brillante, dove due partecipazioni eccellenti alzano di gran lunga un'asticella di esaltazione di per sé già soddisfacente e acuta, aggiungendo a quell'albero di cui sopra gli addobbi di contorno non indispensabili, eppure determinanti.
Un lavoro ineccepibile e persuasivo, bravo anche a giocare con riferimenti cinematografici istantanei per intensificare il suo valore e colpire secco il bersaglio. Poiché, una volta entrati dentro al tunnel di "The Night Before", sarà una missione quasi impossibile il poterne uscire illesi, il non considerarlo più come uno dei film di Natale di riferimento, da tenere a portata di mano durante il periodo delle feste e non solo.
In particolar modo se vi sentite troppo grandi e sazi per i classici intramontabili.
Trailer:
Commenti
Posta un commento