Mamma O Papà - La Recensione

Mamma O Papà Cortellesi Albanese
Esiste un cinema italiano che si reinventa, ed un cinema italiano che preferisce imitare (tralasciando volutamente quello spicchio che raschia il barile, per il quale non abbiamo alcun interesse).
Ora, il cinema italiano che si reinventa, ama sperimentare, rubare, contaminarsi, non si accontenta di una cosa sola, ma va a pescare vari ingredienti con l'intenzione di realizzare qualcosa di nuovo, di fresco. Quello che preferisce imitare invece - e che riguarda da vicino "Mamma O Papà" di Riccardo Milani - ultimamente tende a guardare con grande attenzione al cinema francese, traducendo tendenzialmente storie simili alla nostra cultura in qualcosa di ancor più vicino e aderente.

In "Mamma O Papà" - che riprende la pellicola "Papa Ou Maman" di Martin Bourboulon -  Nicola e Valeria sono una coppia sposata che civilmente sta affrontando la decisione di divorziare. Entrambi si rispettano, hanno un buonissimo rapporto e, mentre pensano a come rivelare l'amara notizia ai propri figli, dormono addirittura dentro lo stesso letto (separati da dei cuscini posti al centro, utilizzati come barriera di prevenzione). Un comportamento esemplare, raro in certi casi, che va in fumo però nell'istante in cui Valeria scopre la relazione del futuro ex-marito con una sua collega d'ospedale, reagendo malissimo e accettando il lavoro in Svezia a cui inizialmente aveva deciso di rinunciare per permettere proprio a Nicola di realizzare il suo sogno e andare cinque mesi a lavorare in Africa: sollevando, di fatto, un enorme interrogativo sull'imminente custodia dei figli che il loro Giudice vorrebbe risolvere chiedendo proprio a quest'ultimi, a tempo debito (qualche settimana), se preferiscono andare a vivere con la mamma o con il papà.
Scoppia così la tanto attesa e promessa guerra senza esclusione di colpi che funge da catalizzatore di risate nella pellicola di Milani, con Paola Cortellesi e Antonio Albanese disposti a trasformarsi in genitori brutti, cattivi e politicamente scorretti pur di vendicarsi l'uno dell'egoismo dell'altra e viceversa: perdendo di vista l'affetto e l'educazione dei loro tre scalmanati, ribelli e particolari figli che, nel frattempo, devono subirne le conseguenze.

Mamma O Papà Albanese CortellesiIl tentativo è quello di mettere su una commedia corrosiva, immorale, dove la figura del genitore responsabile viene fatta a pezzi e calpestata, mostrando l'immaturità e l'individualismo posti al di sotto che generalmente vengono sepolti o mitigati per quel cosiddetto amore incondizionato o quantomeno per buon senso. Peccato che "Mamma O Papà" realmente spietato, o perlomeno spietato fino in fondo, di esserlo non se la sente proprio, e la cosa non vale solo per un finale orientato comunque al lieto fine (che ci può stare, e va bene), quanto per tutto il resto che lo precede e che non sa mai essere davvero ferocemente divertente o grottesco come le dinamiche e la stoffa dei suoi protagonisti avrebbero voluto e richiesto. Sembra sempre volersi sporgere dal dirupo senza mai trovare coraggio per saltare, il film di Milani, che a forza di tentennare e prendere tempo, perde forse l'occasione di rendere il canovaccio a sua disposizione l'opera paradossale e tagliente che noi spettatori ci auguravamo di incontrare.

Perché per quanto cerchi di mascherarlo o di negarlo con le apparenze, "Mamma O Papà" si rivela un film piuttosto innocuo, capace sicuramente di non annoiare, di trafugare qualche risata (e se le prende tutte, o quasi, il piccolo Giulietto), ma non di sfruttare a pieno quel potenziale che aveva in tasca e con il quale doveva differenziarsi dal seme di origine.
Rendendo in qualche modo vana, o limitata, l'intera operazione di remake italiano che avrebbe dovuto dargli peso e spessore.

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