Pirati Dei Caraibi: La Vendetta Di Salazar - La Recensione

Pirati Dei Caraibi 5 Poster
Come si dice, tentar non nuoce. Con Jack Sparrow di mezzo, poi, che te lo dico a fare.
Una filosofia da Pirata, se vogliamo, una filosofia utilizzata dalla Disney con la consapevolezza di chi non ha nulla da perdere, di chi sa che, comunque vada, alla fine troverà il suo tesoro di sicuro, e chi se ne frega se non sarà così prezioso ed enorme come nella mente si augura.

Già, del resto quello di "Pirati Dei Caraibi" è uno dei franchise più redditizi di sempre, una fortuna che anche quando - ed è successo - ha brillato meno ha saputo manovrare le vele restando a galla e racimolando forse anche più di ciò che avrebbe meritato. Non c'è da stupirsi perciò nel vederlo togliere nuovamente l'ancora e salpare al largo, dopo una pausa durata sei anni che a quanto pare non è servita minimamente per studiare eventuali mosse e mettere in piedi una mappa precisa in grado di stabilire dove era il caso di andare, come e perché. Si naviga a vista infatti in "Pirati Dei Caraibi: La Vendetta Di Salazar" e lo si fa sotto tutti i punti di vista, a partire da una storia che di fresco ha ben poco, perché costruita per stimolare le corde vincenti dei suoi predecessori, e arrivando a un montaggio che non nasconde di aver dovuto subire tagli importanti, decisivi soprattutto sotto l'aspetto della sceneggiatura, all'interno della quale si notano voragini e sottotrame lasciate in sospeso, ma dove evidentemente era prioritario e necessario non appesantire il ritmo e preservare l'elasticità generale e discreta dell'azione (a quanto pare circa una mezz'ora di film è stata tagliata). Per carità, nulla di eclatante, nel suo complesso la giostra funziona lo stesso e fa il suo dovere, certo, parliamo ovviamente di un dovere piccolo, non paragonabile nemmeno alla fortunata riuscita del capostipite, ma in confronto al penultimo capitolo, dove davvero il contatto col fondo sembrava essere solo questione di centimetri, qui i passettini in avanti si vedono seppur di portata assai microscopica.

Pirati Dei Caraibi: La Vendetta Di Salazar Johnny DeppUn prodotto per fan incalliti allora, per chi aveva nostalgia del mare, delle sue avventure e di Johnny Depp nei panni del personaggio migliore della sua carriera: quello che ormai interpreta con il pilota automatico e che, nonostante un pizzico di ruggine, procede a funzionare sullo schermo rubicchiando risate sparse, di tiepida temperatura. Se non fosse per lui sarebbero davvero guai, in effetti, considerata l'assenza di carisma e di personalità delle new-entry chiamate a fargli da spalla e la mal gestione di un villain visivamente inquietante e da brividi come il Salazar di Javier Bardem, a cui però viene concesso uno spazio non sufficiente e un'incisività scenica piuttosto discutibile. L'obiettivo - e lo si capisce sin dall'inizio - tuttavia è quello di ricostruire la vecchia banda, di richiamare a rapporto i co-protagonisti e i caratteristi storici e con loro trovare l'espediente per rendere meno paradossale possibile il rientro di chi, in passato, aveva deciso di abbandonare e di salutare il franchise.

Vuole avere, da capo, gli assi nella manica a completa disposizione la Disney, rilanciare il marchio con la squadra al completo, convinta forse che questo sia l'unico modo per tornare a fare spettacolo come ai vecchi tempi e, di conseguenza, aumentare le probabilità che quel tesoro immaginato diventi realmente bottino grosso da intascare e nascondere sottocoperta.
Questo malgrado, onestamente, la sensazione percepita è che quella di "Pirati Dei Caraibi" sia ormai diventata un'attrazione più da parco giochi che cinematografica.

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