L'Amico Del Cuore - La Recensione

L'Amico Del Cuore Poster

Fosse stato un film di finzione, “L’Amico Del Cuore” avrebbe avuto un grande difetto: il personaggio di Dan.
Già, perché entrare nei panni di quest’uomo, che mette letteralmente in pausa la sua vita per condividere il dolore del suo migliore amico sposato con la donna di cui lui stesso era innamorato – ora malata di cancro terminale e diventata, nel tempo, sua migliore amica – è quantomeno un lavoro impegnativo e ricco di potenziali (e ambigui) livelli di lettura. Vederlo rinunciare al lavoro, prendersi vacanze, aspettative e perdere persino l’amore della sua compagna – legittimamente infastidita dalla sua totale assenza a tempo indeterminato – ci costringe a fare i conti con la generosità della nostra persona e coi limiti dell’essere umano-tutto, ottenendo un risultato che mai, probabilmente, riuscirebbe a combaciare con quello proposto. 

Ma come diceva qualcuno “La realtà, molto spesso, supera la fantasia” e la bellezza de “L’Amico Del Cuore” sembra nascere proprio da questo aforisma. Il suo (eventuale) punto debole si trasforma in un punto di forza e – come accadde veramente con l’articolo scritto da Matthew Teague, personaggio qui interpretato da Casey Affleck – quella che inizialmente dava l'impressione di essere una storia che riguardasse una cosa, finisce senza neanche accorgersene (anche se poi la cosa è chiaramente voluta) a parlare di un'altra. In principio, infatti, a tenere banco è la malattia, il dolore: quella della Nicole di Dakota Johnson che, arrivata al limite della sopportazione, comunica al marito Matthew, spaventatissimo, che è giunto il momento di annunciare alle figlie la verità sulla sua salute. Durante questa scena, Dan – l’amico del titolo, affidato a un gigantesco (e non solo di statura) Jason Segel – è fuori in veranda a simulare spensieratezza e a fare da baby-sitter, in attesa di nuove istruzioni. Ma da qui in poi, la pellicola diretta da Gabriela Cowperthwaite, comincia a saltare in avanti e indietro, facendo chiarezza sul come, quando e perché quello strano triangolo è venuto alla luce. Un triangolo del quale, ovviamente, sappiamo ancora nulla riguardo il suo senso e la sua resilienza.

L’Amico Del Cuore Segel

Parte così un racconto sincero, coinvolgente, che pur avendo mostrato il suo lato amaro e avendone dichiarato l’irreversibilità, non intende negarsi affatto a parentesi leggere e divertenti: dove, fondamentalmente. quella forza e quei legami che devono trovare una giustificazione plausibile, hanno iniziato a intrecciarsi e a cementarsi tra loro. Dalla freddezza con cui Matthew trattava Dan al loro primo incontro – il quale era imbarazzatissimo per essere colui-che-ci-aveva-provato-con-la-sua-ragazza – si passa quindi ad una situazione di rispetto reciproco e poi ad un’altra più armoniosa e distesa. L’alchimia del gruppo cresce: Dan e Nicole appianano gli impacci, trasformandosi in confidenti e tra lui e Matthew viene a crearsi un’alchimia che praticamente ha il sapore della fratellanza (sorretta da due interpretazioni pazzesche e di categoria superiore). Ma è quando tutto ormai è delineato che la Cowperthwaite sterza, dando l’impressione a noi spettatori di focalizzarsi su delle vere e proprie appendici, che vanno a mettere da parte il dramma di Nicole e di Matthew per rivelare quello nascosto e tutto personale di Dan: che in una lunga pausa dalla frequentazione coi suoi migliori amici, combatte contro il mostro della depressione e con gli spettri delle sue derive. 

Succede allora che – come Affleck a un certo punto – anche noi spettatori abbiamo bisogno di rileggere le carte: convinti che “L’Amico Del Cuore” – che in originale ha un titolo meno esplicito, “Our Friend” – stesse parlando a tutto campo di Nicole, della sua famiglia e della sua malattia. Un abbaglio, in sostanza, perché invece il suo obiettivo era Dan. Lo era sempre stato e non poteva essere altrimenti. Un uomo fuori dal comune che nel (tentare di) salvare una famiglia ripesca la forza per uscire dall'oblio e salvare sé stesso. Un angelo sceso in terra, mortale come noi, per il quale è impossibile non spender qualche lacrima e volergli bene all'istante.

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