
E per scoprire ciò è sufficiente aspettare che l’inquadratura dello scoglio dove vanno a frantumarsi le onde lasci spazio alla prima sequenza della pellicola: quella dove la Cecilia di Elisabeth Moss mette in pratica una fuga, pianificata al millimetro (o quasi), per sfuggire a quello che capiamo essere il suo compagno.
In questo epilogo c’è tutto quello che andremo a vedere, nei pregi e nei difetti. Perché osservare questa donna terrorizzata fare i bagagli, controllando step by step che l’uomo addormentato (e drogato) al suo fianco nel letto non si svegli, mentre lei di soppiatto sbriga le ultime faccende, muovendosi dentro una villa enorme, ultra tecnologica e simile a una prigione, restituisce immediatamente quel senso di oppressione e di tensione che andavamo cercando. Non perde tempo il regista e sceneggiatore Leigh Whannell (che della sua filmografia precedente, qui, sembra voler fare un mix), e il suo volerci fare entrare in maniera fulminea nell'epicentro della vicenda, oltre a fungere da ottimo biglietto da visita per lui, (ap)paga. Nessuna scorciatoia, nessun gioco di prestigio quindi, se non fosse per quell'allarme della macchina che viene fatto suonare all'improvviso per cedere alla tentazione di uno jump scare evitabile, ma pure consentito. La realtà è che non è sfuggito a nessuno dei diretti interessati che questa nuova rilettura de “L’Uomo Invisibile” funziona: è intrigante, acuta, intelligente. Se proprio vogliamo trovargli un difetto è quello di non credere troppo nelle sue potenzialità, di aver paura che il pubblico non l’apprezzi abbastanza, scendendo a compromessi – soprattutto nel finale – con un mainstream che non lo pregiudica, ma che neppure lo meriterebbe.

Mano ferma, o comunque ben allenata, che comincia a manifestare un briciolo di stanchezza proprio nel finale, dove si sceglie di cedere all'eccessiva spettacolarizzazione e di tornare su quei binari che era stato piacevolissimo veder da lontano, presi solo come fonte di ispirazione e non come sostegno.
Il suo dovere, però, lo fa ugualmente e pure bene “L’Uomo Invisibile”.
Un thriller-horror assai convincente e incalzante, capace di intrattenere ad altissimo livello, sgombrando le nostre menti e concedendoci quel paio di ore di puro intrattenimento e di divertimento.
Il che, considerati i tempi, è pressoché oro.
Trailer:
Un thriller horror dai tempi perfetti, come la protagonista, e dalla trama solida.
RispondiEliminaConfermo!
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