Gigolò per Caso - La Recensione

Tenue. Sarebbe questo il termine migliore per definire il Turturro pensiero, quello legato all'amore per la figura della donna che "Gigolò per Caso" insinua, pur volendo agire controcorrente. Anziché mettere in piedi una commedia romantica alla Richard Curtis, il regista italo-americano infatti inventa una storia adottando un metro di componimento decisamente stravagante: appoggiandosi alle peripezie di un fioraio e del suo migliore amico libraio che, per sbarcare il lunario, decidono di far fronte alla crisi economica sfruttando le capacità timide ma seduttive del primo dei due.

A dispetto di ciò, tuttavia, la pellicola che John Turturro oltre ad interpretare ha scritto e diretto, tende a voler mantenere fisso un determinato aplomb di contorno, non tanto nei suoi dialoghi e nelle circostanze in cui va ad operare, quanto in un modo di volersi porre che risulta perennemente discreto, anche in quei frangenti in cui vorrebbe e potrebbe ostentare indiscrezione. E allora l'utilizzo prezioso di Woody Allen - chiamato a fare, qui, quel che gli riesce meglio nei suoi lavori - va funzionare sempre in maniera paradossalmente moderata, brava a strappare sorrisi ma poi a fermarsi nell'esatto istante in cui questi stavano per trasformarsi in grasse risate. Evidentemente la dolcezza di "Gigolò per Caso" è una di quelle che ambisce ad essere tale proprio quando sa chiudere i ponti a cattiverie e al politicamente scorretto, entrambi elementi che, se ogni tanto si permettono di disobbedire e venir fuori, lo fanno a testa bassa, con misurazione e chiedendo scusa una volta finito.

Ecco perché, non appena ambientati e venuti a conoscenza del suo comportamento, "Gigolò per Caso" diventa automaticamente paragonabile ad un sottofondo musicale per ambienti, simili a quelli deliziosi utilizzati in più frangenti proprio da Turturro lungo il percorso, un sottofondo da atmosfera, che anziché scuotere e coinvolgere il movimento, finisce per accomodare, cacciare i pensieri e rilassare. Per quanto amabile allora la mancanza di personalità che riecheggia lungo la narrazione e che non timbra mai il cartellino, diventa il vuoto che maggiormente va a pagar caro la pellicola, spingendo ai margini l'intero discorso sulle donne, la loro solitudine ed il ruolo dell'uomo nei loro confronti, a cui pensiamo Turturro tenesse in particolar modo.

Purtroppo l'incisivo grado di garbo scelto trascina il suo "Gigolò per Caso" a non emergere mai oltre la superficie. E' vero, sprizza intellettualità e sottili carinerie da tutti i pori, eppure la sua missione, qualunque essa potesse essere, rimane vaga e, di conseguenza, non viene neppure portata a casa.

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