The Hollars - La Recensione

The Hollars Krasinski
Uno degli ultimi film da attore di John Krasinski è quel "Sotto Il Cielo Delle Hawaii" girato assieme a Cameron Crowe, regista notissimo per le sue pellicole sentimentali ed esistenziali, con colonne sonore selezionate ad hoc, capaci di commuovere e di conquistare.
Esperienza che, probabilmente, deve averlo influenzato ed ispirato tantissimo, visto che nel suo secondo lavoro da regista, ha deciso di cimentarsi esattamente con un tipo di storia dalle medesime caratteristiche, che parla di famiglia e di paure e fa dei pezzi musicali arruolati un punto di forza non indifferente.

Rafforza il luogo comune secondo il quale a tenere in piedi una famiglia, solitamente, è la figura della madre il suo film, una madre che in "The Hollars" però deve fare i conti con un tumore alla testa di cui, per colpa della superficialità del marito, ha trascurato per troppo tempo i numerosissimi sintomi. Il suo ricovero unisce quindi una famiglia prettamente maschile che, se prima accennava a segni di scricchiolamento, ora minaccia addirittura il crollo totale. Con il personaggio di Krasinski, unico ad esser volato lontano dal nido, che torna a casa stracolmo di fragilità, inconsapevole d'essere il più maturo per provvedere al crollo dell'azienda (ed emotivo) del padre e all'inaffidabilità di un fratello, licenziato proprio dal padre e alle prese con una separazione che lui stesso ha chiesto alla moglie, ma di cui ora si è pentito. Va da sé, insomma, che l'arma della risata e dell'assurdo stanno alla base di una storia drammatica interessata anche ad analizzare temi maturi che, nello specifico, toccano i rimpianti di una madre, forse rammaricata di aver sposato l'uomo sbagliato, e le ansie di un figlio, prossimo a diventare padre, seppur non ancora sicuro di farcela e tantomeno di ciò che vorrebbe. Una traccia che in mano a dei registi esperti come Crowe, in questo ambito, avrebbe dato sicuramente dei frutti migliori, ma di cui, nel complesso, visti i risultati, ci si può lamentare davvero pochissimo.

John Krasinski Margo MartindalePerché in "The Hollars" non c'è mai un momento in cui si prova indifferenza: tra situazioni comiche ben costruite, personaggi caratterizzati per rimaner simpatici allo spettatore e parentesi più serie in cui, comunque, la lacrima resta in bilico, in attesa di capire se scendere sulle guance o se bagnarsi unicamente i piedi a riva. Un banco di prova dove Krasinski dimostra di aver rubato molto e di aver assimilato piuttosto bene da quel (migliore) cinema di formazione dedicato alla semplice complessità dell'essere umano (adulto), che mette in pratica non perfettamente, eppure con ottime, potenziali, prospettive. Filtra il meglio, infatti, non si disperde in banalità di fondo e, nonostante non arrivi a farci prendere i fazzoletti e a gestire completamente ogni singolo pezzo della sua pellicola, si fa volere bene lo stesso e quasi amare, con l'utilizzo di quella musica trascinante, ponderata e aderente al contesto.

Un esame che non va ad ampliare né a migliorare nulla di quanto già esistente, ma a cui si assiste volentieri, con enorme appagamento, senza battere mai la fiacca o concedersi a uno sbadiglio. Una promozione meritata quindi quella concessa a "The Hollars", con la riserva di proclamarsi preludio per un prossimo progetto, magari, da realizzare con maggior scioltezza e maturità a riguardo.

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