Minions - La Recensione

Il rischio era quello di trovarsi di fronte ad un progetto simile a "I Pinguini Di Madagascar", quindi di fronte a uno spin-off inutile, realizzato esclusivamente per motivi di marketing e collocabile al massimo sotto il ramo home-video, sicuramente non cinematografico.
Per fortuna però le cose sono andate diversamente, verso il meglio, perché "Minions", pur non tenendo il passo del seme da cui deriva, ovvero "Cattivissimo Me", sa compiere il suo dovere ed in certe occasioni guadagnarsi addirittura dei timidi applausi.

Diciamo la verità, scrivere una pellicola d'animazione classica su dei mostriciattoli che parlano un linguaggio incomprensibile - un misto tra, inglese, spagnolo, italiano e altro ancora - non era una missione poi tanto semplice, specie se queste creature poi, tendono a servire sempre qualcun altro e non ad agire autonomamente. Il colpo di genio allora è quello di pensare a questa come fosse un documentario, come fosse il racconto di una specie sconosciuta iniziato agli antipodi e scandito secondo vari periodi: un po' come accade nei migliori canali televisivi del genere, ma riuscendo comunque ad aprire alcune parentesi, indispensabili a non perdere attinenza con quegli intenti primari stabiliti.
Perché nonostante la partenza e l'impostazione, "Minions", non vuole assolutamente sembrare altro se non un lungometraggio animato, caratteristica fondamentale che a tempo debito gli impone di spiegare le ali e di cambiare completamente il suo ritmo e la sua fisionomia. Dopo un breve riassunto su Storia, usi e costumi quindi, la necessità di trovare un leader per cui lavorare, in grado di restituirgli la gioia di vivere, diventa la miccia agitatrice che sposta gli equilibri e da il via allo spettacolo, quello in cui agli sketch susseguiti a raffica va ad immettersi una trama dal filo più o meno logico e costante.

Utilizza bene i suoi protagonisti "Minions", in particolare Stuart, Kevin e Bob, ognuno distinguibile dall'altro per peculiarità, aspetto e comportamento. Un trio ben assortito, simpatico e micidiale, specialmente quando viene spedito alla corte di Buckingham Palace e messo accidentalmente al potere (temporaneo) della città di Londra.
Tuttavia la pellicola diretta da Pierre Coffin e Kyle Balda funziona meglio nelle trovate e nelle gag estemporanee, quelle staccate dallo scheletro narrativo, il quale dopo una prima parte piuttosto ordinata e brillante, perde leggermente la bussola e si lascia andare ad una seconda assai più scomposta e slacciata. L'epilogo e gli stravolgimenti, rispetto al prologo e alla sua evoluzione, sono infatti abbastanza telefonati, prevedibili e insaporiti solo dalla potenza inossidabile e comica dei protagonisti giallastri onnipresenti: prontissimi loro quanto è il turno di indolcirsi il pubblico e di strappare risate.

Una furbizia presente nel DNA dei protagonisti e del quale lo spettatore si rende immediatamente conto, ma che, a prescindere, non impedisce a "Minions" di guadagnare la simpatia, la tenerezza e l'affetto di tutte quelle famiglie che di queste creature dolci, così come pericolosissime, farebbero volentieri il pieno senza lasciarsele più sfuggire.
Il tutto nonostante le disastrose conseguenze...‎

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