Pixels - La Recensione

Quello che doveva essere un filmato girato scherzosamente durante un torneo di videogames anni ottanta, da inviare nello spazio alla ricerca di nuove forme di vita, viene travisato dagli alieni come minaccia di guerra nei loro confronti e utilizzato per realizzare delle versioni maligne di quei stessi videogames, da spedire sulla terra trentacinque anni più tardi con lo scopo di eliminare la razza umana.
Galaga, Centipede, Pac-Man, Donkey Kong. Delle solite minacce inviate dallo spazio sul nostro pianeta queste sono decisamente le più simpatiche e elettrizzanti, se non fosse per la loro tendenza a trasformare in pixel qualsiasi cosa colpiscano o mangino. Le regole per contrastarli tuttavia esistono e corrispondono rigorosamente a quelle della sala giochi, ragion per cui al governo degli Stati Uniti d'America non resta che mettere da parte il suo esercito ed affidarsi alle abilità di un team di nerd espertissimi in materia.

Una delle idee più geniali partorite al cinema negli ultimi anni, talmente geniale che vederla accomunata ad un attore come Adam Sandler (anche produttore), sembrava quasi una visione surreale o un errore di valutazione. A tenere alte le speranze di "Pixels", però, c'era un regista come Chris Columbus, nome tutt'altro che sconosciuto, per nulla destinato a svolgere un compitino e abbastanza esperto da contenere al massimo le incursioni eccessivamente fuori luogo del Sandler ultimo, il più fastidioso. Questo almeno sulla carta.
Eppure, tra carta e realtà a volte esistono confini nulli, assenti, eliminati da ragionamenti talmente ponderati e eseguiti su punti fermi, da rivelarsi precisi al millimetro, simili a delle previsioni. E per "Pixels" funziona così, una pellicola realizzata scrupolosamente come ognuno di noi sperava e avrebbe voluto, a cui non si potrebbe chiedere nient'altro se non un bis e poi un altro ancora. Un divertissement, chiaramente, che porta con sé lo spirito dei migliori lavori anni ottanta, nel tentativo di lucidarlo e laccarlo ulteriormente, senza perderne l'essenza. Columbus ne tiene strette le fila, fa ciò che sa fare meglio, evitando di calcare troppo la mano e richiamando l'ordine a tempo debito, mentre il trio di protagonisti, strappa risate a grappoli (alcune anche di gusto), sfruttando dei lampi di sceneggiatura e, soprattutto, la situazione irrazionale a cui deve far fronte.

Ma il godimento principe, come prevedibile, resta affidato al rispolvero dei classici ludici e televisivi (e iconici) richiamati all'appello, un ritorno al vintage a cui non serve (per fortuna) aprire dibattiti o paragoni intenti a chiamare in causa la situazione attuale. Perché "Pixels" è nostalgico e con la materia riportata in vita ha solo voglia di rientrarci in contatto, di rivederla più in forma che mai, di giocarci ancora, un'ultima volta, attraverso un'esperienza totale, ai limiti del reale, capace di restituire la stessa gioia e le stesse emozioni provate quel mucchio di anni fa quando qualcuno, forse, sognava di sposarsi con una super-eroina virtuale o di avere in casa un Q*bert domestico, dolce e tenero con cui parlare e divertirsi.

Una rivincita dei nerd megagalattica, in sintesi, con la pretesa di riscattare complessivamente la figura del nerd una volta per tutte e celebrarla al massimo. Un lavoro d'intrattenimento confezionato ad hoc, con presidenti di governo improbabili, eroi inverosimili e cattivi meravigliosi. La proiezione di quello che potrebbe essere il mondo se immaginato da chi, anziché fare altro, ama giocare per ore e ore di fronte a una consolle.

Trailer:

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