Pensi: “Si ma questo è il Lato B, i pezzi migliori sono quelli del Lato A, si sa!”.
Solo che poi il Lato B di Mamma Mia! - che si chiama “Mamma Mia!: Ci Risiamo” - va in play, tu cominci ad ascoltarlo e dopo un po’ ti ritrovi a muovere i piedi, e poi le gambe e, infine, tutto il corpo. Certo, va detto che a metà playlist c’è il trucco (e pure in chiusura); che la scena in cui una bravissima Lily James (che se la cava alla grande a fare Meryl Streep da giovane) improvvisa il testo della canzone che da’ il titolo al film - seguita a ruota dai musicisti e poi dalle amiche di una vita - è sicuramente la più emozionante e riuscita del film, ma che importa?
Ciò che importa è che “Mamma Mia!: Ci Risiamo” non solo riesce a funzionare come sequel inatteso e forzato, ma supera probabilmente - in termini di godimento e fattura - persino quanto raggiunto dal suo predecessore. Sarà che l'impalcatura della trama, stavolta, può vantare il nome di un tale Richard Curtis (che ne divide i meriti con Ol Parker, Catherine Johnson e Judy Craymer), uno che di commedie romantiche ne sa qualcosina e che, pure quando scrive con la mano sinistra (come qui), sa mantenere quel minimo di eleganza sufficiente a non far storcere il naso a nessuno. E allora, anche se si va a perdere un pezzo da novanta come la Streep (che c’è, ma in una piccola apparizione), l’idea di mantenere il suo personaggio, raccontandone la giovinezza (e la vitalità), si rivela vincente e originale, perché alternata temporalmente a un presente dove la figlia, Amanda Seyfried, deve vedersela con l'eredità della sua scomparsa e con dei cambiamenti importanti che indirizzeranno il resto della sua esistenza. Una trama che, detta così - mi rendo conto - sembrerebbe appartenere a una pellicola prettamente drammatica, più che a un musical sprizzante, ma in realtà studiata e preparata al millimetro per intrattenere, far divertire e produrre spettacolo dando fondo a gran parte della discografia residua degli Abba.
Solo che poi il Lato B di Mamma Mia! - che si chiama “Mamma Mia!: Ci Risiamo” - va in play, tu cominci ad ascoltarlo e dopo un po’ ti ritrovi a muovere i piedi, e poi le gambe e, infine, tutto il corpo. Certo, va detto che a metà playlist c’è il trucco (e pure in chiusura); che la scena in cui una bravissima Lily James (che se la cava alla grande a fare Meryl Streep da giovane) improvvisa il testo della canzone che da’ il titolo al film - seguita a ruota dai musicisti e poi dalle amiche di una vita - è sicuramente la più emozionante e riuscita del film, ma che importa?
Ciò che importa è che “Mamma Mia!: Ci Risiamo” non solo riesce a funzionare come sequel inatteso e forzato, ma supera probabilmente - in termini di godimento e fattura - persino quanto raggiunto dal suo predecessore. Sarà che l'impalcatura della trama, stavolta, può vantare il nome di un tale Richard Curtis (che ne divide i meriti con Ol Parker, Catherine Johnson e Judy Craymer), uno che di commedie romantiche ne sa qualcosina e che, pure quando scrive con la mano sinistra (come qui), sa mantenere quel minimo di eleganza sufficiente a non far storcere il naso a nessuno. E allora, anche se si va a perdere un pezzo da novanta come la Streep (che c’è, ma in una piccola apparizione), l’idea di mantenere il suo personaggio, raccontandone la giovinezza (e la vitalità), si rivela vincente e originale, perché alternata temporalmente a un presente dove la figlia, Amanda Seyfried, deve vedersela con l'eredità della sua scomparsa e con dei cambiamenti importanti che indirizzeranno il resto della sua esistenza. Una trama che, detta così - mi rendo conto - sembrerebbe appartenere a una pellicola prettamente drammatica, più che a un musical sprizzante, ma in realtà studiata e preparata al millimetro per intrattenere, far divertire e produrre spettacolo dando fondo a gran parte della discografia residua degli Abba.

Dettagli, piccole minuzie che, nell’economia di un film del genere, si notano a fatica e, soprattutto, ci stanno benissimo: perché servono a innalzare quella serenità interiore e allegria nello spettatore, che lo porteranno, poi, a tornare a casa canticchiando a bassa voce i ritornelli migliori rimasti stampati, fatalmente, nella sua testa. Quelli che, a un certo punto, gli faranno esclamare la fatidica frase: “Mamma Mia!, Here We Go Again!”.
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