Cosa Sarà - La Recensione

Cosa Sarà Poster
Sembrava proprio non trovare pace l’ultimo film di Francesco Bruni: fermato dalla pandemia a metà marzo e poi costretto ad abbandonare – per motivi legati al buon senso – il titolo originale di “Andrà Tutto Bene”, perché diventato nel frattempo riferimento assai equivoco e imprudente. In realtà, nel suo caso, quella frase non c’entrava nulla con la cronaca recente e coi balconi, ma serviva a calmare il personaggio di Kim Rossi Stuart in una scena di particolare agitazione, nel quale sogno e realtà si fondono per via degli effetti di una chemio indispensabile. 

Ciò che racconta “Cosa Sarà” – questo il nuovo titolo – infatti è il travaglio (e lo shock) che (grossomodo) lo stesso Bruni ha dovuto subire quando, qualche anno fa, gli è stato diagnosticato di soffrire di una forma di leucemia: una storia (personale) che – chiaramente – il regista (e sceneggiatore) ha voluto portare al cinema, descrivendola però non per filo e per segno, come fosse un documentario, ma con la libertà di poter fantasticare e sentirsi più sciolto a livello creativo. Certo, per forza di cose stavolta Bruni deve rinunciare alla sua solita leggerezza, alla risata liberatoria, alla battuta distensiva: realizzando la sua opera oggettivamente più drammatica e dalla quale – si vede – fatica molto a trovare la giusta distanza. E questo perché il personaggio di Bruno – quello interpretato da Kim Rossi Stuart, che dovrebbe fungere da alter ego del regista – è una di quelle persone che tende a tenere tutto dentro, ad accumulare ansie, paure e a non esprimere mai con facilità quelli che sono i suoi sentimenti. E come lui a fare lo stesso è anche sua moglie (o ex-moglie) e i suoi figli (e suo padre): nel tentativo di normalizzare o di nascondere una situazione, palesemente preoccupante e stressante per qualunque essere umano. 

Cosa Sarà Kim Rossi Stuart
Va da sé, allora, che “Cosa Sarà”, oltre a parlare di morte – in forma esplicita, ma pure implicita: attraverso i silenzi, gli sguardi e le bugie di tutti i suoi personaggi – è soprattutto una pellicola che desidera parlare di vita: della sua bellezza, dei suoi ricordi e delle possibilità che ogni volta riesce a mettere sul piatto. Lo fa evitando – ed era difficile – di impantanarsi nella retorica, aggrappandosi alla sensibilità tipica del suo autore, che non vede l’ora di uscire dal contesto ospedaliero e tornare a quei flashback in cui a dominare è la forza della fragilità e della famiglia. Nascono da lì i momenti migliori della pellicola, da un semplice prelievo che può diventare un impresa da uomini (o donne) duri, alla confessione di una figlia disposta a tutto per potersi concedere finalmente anche lei un minimo di imperfezione, passando per una sorella(stra) che sarebbe opportuno mettere in salvo, prima di capire se disponibile a salvare. 

E assistendo a tutto questo la sensazione è che Bruni abbia voluto condividere con noi comunque molto, moltissimo della sua esperienza privata. Nonostante la finzione e gli sforzi eseguiti per andare a mascherare il risultato finale, in “Cosa Sarà” è presente un pezzo di vita (vera) vissuta enorme, dalla quale nasce inevitabilmente un entusiasmo tutto nuovo, fanciullesco e tipico delle seconde (e non scontate) possibilità.

Trailer:

Commenti