Slam: Tutto Per Una Ragazza - La Recensione

Slam Tutto Per Una Ragazza Film
Ci sono delle scelte che puoi metterti li a ragionarci quanto vuoi, ma proprio non riuscirai mai a comprenderle.
Tipo: perché in un film italiano, recitato tutto in italiano, deve esserci la voce fuori campo in lingua inglese di Tony Hawk ogni volta che il protagonista adolescente, amante dello skateboard, legge il libro autobiografico (tradotto in italiano anche quello) del suo idolo? Oppure: a cosa servono i flash forward che svelano in anticipo come cambierà la vita del protagonista dopo che sarà diventato padre a sedici anni, se poi quello stesso futuro me lo vai a raccontare comunque, di nuovo e paro paro, una volta tornati al presente?

Più che una commedia tratta da un romanzo di Nick Hornby allora, “Slam: Tutto Per Una Ragazza”, sembra quasi voler somigliare ad un thriller. Perché errori così grossolani di regia e sceneggiatura non possono che farti scervellare, rimanere spaesato, incredulo, soprattutto per via delle potenzialità di una storia che vanno ben oltre quelle espresse e per la presenza di un regista come Andrea Molaioli, che senz’altro non è uno che ha cominciato a fare cinema l’altro ieri. Eppure - ci credi o meno - le cose stanno così, in quella che è una variante molto simile del recente “Piuma” di Roan Johnson, con due sedicenni molto meno convinti e sicuri però di portare avanti una gravidanza che, come gli ripetono insistentemente i genitori da ambo le sponde, andrà a rovinare totalmente la vita di entrambi. Il problema è che Samuele - il protagonista fissato con lo skateboard e Tony Hawk – non è abbastanza scaltro per fuggire via e andare chissà dove come prova a fare, lui non ha il carattere paraculo del padre – un Luca Marinelli poco presente in scena, ma che quando c’è si fa sentire – casomai un amore fortissimo nei confronti della madre Jasmine Trinca che, come lui, è diventata genitrice a sedici anni e forse, sospetta lei, ciò che è successo al figlio è tutto parte di una maledizione di famiglia impossibile da interrompere. Dall’altro lato poi c’è Alice che rappresenta la classica figlia di papà che odia i suoi genitori e non vede l’ora di trasgredire per uscire da quel ruolo che proprio loro gli hanno assegnato: per lei la gravidanza rappresenta l’opportunità di sfuggire a un disegno già scritto dal padre avvocato, che - neanche a dirlo - la vorrebbe all’università a studiare legge per continuare la dinastia di famiglia.

Slam Tutto Per Una Ragazza MarinelliQuesto bambino s’ha da fare, quindi. E s'ha da fare nonostante le condizioni non siano le migliori, nonostante la giovane età e l'immaturità dei suoi genitori non accenni a diminuire e nonostante coloro che dovranno essere suoi nonni, con tutta la buona volontà, non sembrano saltare di gioia come nemmeno essere disposti a rassicurare i loro figli. Insomma, una miriade di potenzialità da inseguire e da elaborare che "Slam: Tutto Per Una Ragazza", al contrario, finisce per perdersi per strada attorcigliandosi in quel film per adolescenti che, forse, è proprio l'unico percorso che non gli conviene intraprendere: improvvisando trick senza senso che, anziché portarlo in alto a dare spettacolo, lo fanno inciampare rompendogli persino qualche osso importante. Avrebbe potuto fare tante cose diverse Molaioli con uno script come questo, avrebbe potuto scegliere sia di trattare delicatamente un argomento complicato come quello dei genitori minorenni, sia di limitarsi a descrivere un amore romantico, vorace e incosciente come quello che scoppia con alti e bassi tra i due protagonisti. Di mezzo poi un miliardo di sfumature: come quella dei due mondi diversi che non potranno mai convivere tra loro, citata anche da Samuele stesso.

Solo che in mano il regista sembra avere il copione sbagliato, la prima stesura o la bozza di quello originale perduto in giro chissà dove, nel quale sono contenute scelte inspiegabili come quelle menzionate all'inizio e dialoghi frequentemente imbarazzanti che fanno rammaricare più che altro per la percezione rimbombante che con un materiale del genere si poteva, senza dubbio, fare di meglio. Sarebbe bastato, probabilmente, mettersi nei panni di Samuele e capire che con certe cose l'unica arma di sopravvivenza che si ha è la rincorsa verso l'età adulta, quella che "Slam: Tutto Per Una Ragazza", tuttavia, con troppa sufficienza trascura, fregandosene dei pericoli e posticipandola all'infinito.
Il motivo? Un mistero!

Trailer:

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