On The Rocks - La Recensione

On The Rocks Poster
Nel calcio (e forse anche in qualche altro sport) viene chiamato no-look.
Tecnicamente si tratta di un passaggio – o un tiro – eseguito da un giocatore mentre guarda nella direzione opposta a quella dove ha intenzione di spedire la palla. Serve a disorientare l’avversario e a coglierlo di sorpresa. E più o meno è quello che Sofia Coppola fa col suo “On The Rocks”: ingannandoci sull’obiettivo, per poi svelarci le sue vere intenzioni solamente alla fine. 

Tutto ha inizio infatti con un matrimonio che, passato del tempo, subisce il classico appiattimento, dovuto anche all’arrivo dei figli. Il quotidiano incombe e con esso anche il sospetto da parte di Rashida Jones che il marito – Marlon Wayans – la tradisca con una collega della sua compagnia (e le prove ci sono tutte). A questo punto arriva Bill Murray – il padre di lei – che, con un’entrata degna della sua reputazione da divo, prende in mano i dubbi della figlia e li incanala all’interno di un’indagine investigativa che porterà entrambi a frequentarsi (e a parlare) più di quanto abbiano mai fatto negli ultimi anni. Ed è in questo preciso istante che la Coppola comincia a mettere in atto la sua trappola, a farci credere di girare a vuoto come la macchina nel finale di “Somewhere”: appoggiandosi alla presenza scenica dei suoi attori, ma senza mai serrare davvero il ritmo e rendere intrigante la loro ricerca. Sono spiate blande quelle che – nonostante i mezzi – padre e figlia cominciano a improvvisare e sulle quali discutono. Spiate cartoonesche, in certi casi, capaci di sfiorare il ridicolo e di schivarlo unicamente appellandosi all’arma del divertimento: come accade nella splendida – la migliore – scena della polizia, nella quale un Murray mattatore, si ritrova a tirar fuori un fantastico coniglio dal suo cilindro. 

On The Rocks Coppola
La verità è che nemmeno noi crediamo fino in fondo alle apparenze. Le perplessità restano sempre lì, fluttuanti, e non esiste scena realmente incisiva da farci abbandonare di colpo l’idea che “On The Rocks” stia puntando a qualcosa di diverso, di profondo (o a vuoto). Serve pazienza – come in ogni opera della Coppola – per risolvere l’enigma, per unire i puntini e rendersi conto che l’obiettivo era quello di ricostruire un rapporto famigliare, andato in pezzi proprio per colpa di un padre fedifrago come il marito che aveva intenzione di stanare: e del quale quindi riusciva a leggere filosoficamente e istintivamente qualunque mossa e decisione. Ed è la svolta che imprime alla pellicola quella dose di drammaturgia di cui era alquanto latitante, ricompattandola e lanciandola verso una conclusione che sarà tenera non sotto l’aspetto del dialogo ritrovato tra moglie e marito, ma sotto quello di un genitore intenzionato a chiedere sinceramente scusa per gli errori (tutti) commessi. 

Malgrado le riserve, allora, la Coppola riesce ugualmente a fare centro, a fare goal. Certo, come al solito il merito è soprattutto dei fuoriclasse e quindi di un Bill Murray al quale stavolta viene praticamente chiesto di non recitare e di interpretare sé stesso. Il risultato è quello di una vittoria non eclatante, ma convincente, per un (piccolo) film che arriva comunque ad allietare.

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