Ci siamo.
Con il puntuale ritardo che mi contraddistingue, ho terminato anche io di stilare la classifica dei migliori film di questo 2023. Un anno niente male, mi sono accorto. Nel quale addirittura ho pensato - ma solo per un attimo - di aggiungere 5 titoli e fare una bella Top 25. Poi però ci ho ripensato subito. Chi me lo fa fare? E poi le regole sono regole, e visto che da anni ormai la tradizione ne prevede 20, ho preferito non farmi prendere dalla sindrome sanremese di Amadeus (li volevate i Ricchi e Poveri, è?!).
Quindi, solito format e soliti criteri: film usciti al cinema e in streaming (e in home video), in Italia, nel corso dell'anno 2023, nessuna wild card e nessuna eccezione per chi è passato solamente ai festival (di Venezia e Roma).
Pronti?
Let's go...
20 - The Killer
19 - El Conde
18 – Kimi
Forse primo colpo di scena, o forse no. Sta di fatto che proprio all’inizio di quest’anno Steven Soderbergh se n’è uscito (per HBO) con questo piccolo thriller ambientato durante la Pandemia, che affronta con grandissima intelligenza il tema della tecnologia e del capitalismo (e della paranoia). Se non l’avete visto correte subito a recuperarlo. Ah, prego, è!
17 - L’Ultima Notte Di Amore
Un fulmine a ciel sereno nel cinema italiano. Andrea Di Stefano dirige Pierfrancesco Favino in questo (altro) tesissimo thriller, tutto ambientato di notte a Milano, dove un poliziotto prossimo alla pensione si ritrova improvvisamente ad essere pedina sacrificabile della criminalità organizzata, rischiando così di mandare all’aria in un colpo solo tutti i sacrifici di una vita.
16 - Il Male Non Esiste
Dopo “Drive My Car” il regista e sceneggiatore giapponese Ryûsuke Hamaguchi realizza un’altra opera degna di nota. Questa volta ci troviamo in un villaggio (tra i boschi) lontano dalla città di Tokyo che viene preso di mira “dai ricchi” per capitalizzare dei fondi utili a far ripartire il paese dopo la Pandemia. Ciò preoccupa la popolazione locale perché l’arrivo dei turisti potrebbe alterare ciò che in natura dovrebbe essere una costante fondamentale: l’equilibrio.
PS: ma quant'è bello guardare i giapponesi che litigano in maniera civile? Senza mai perdere la calma e il controllo? Ho immaginato la discussione centrale di questo film, ambientata a Roma. Ho visto il delirio!
PS: ma quant'è bello guardare i giapponesi che litigano in maniera civile? Senza mai perdere la calma e il controllo? Ho immaginato la discussione centrale di questo film, ambientata a Roma. Ho visto il delirio!
15 - AIR: La Storia Del Grande Salto
14 - Anatomia Di Una Caduta
Non poteva mancare la Palma D’Oro dell’ultimo Festival di Cannes. Un film che per composizione narrativa, atmosfere e recitazione non può fare altro che prenderti e tenerti lì per tutte le sue due ore e venti minuti di durata. Gettando al suo interno anche i semi per dei ragionamenti paralleli che molto hanno a che fare con la società di oggi e con la capacità che ha di speculare e di voler giungere sempre a conclusioni (affrettate).
13 - November: I Cinque Giorni Dopo Il Bataclan
Con uno stile alla-Jason-Bourne, il regista Cédric Jimenez ci riporta agli istanti immediatamente successivi a quel famoso 13 Novembre 2015: data cruciale per la Storia della Francia. Una corsa contro il tempo che non ti lascia nemmeno il tempo di respirare, dove spy-story ed action si mescolano perfettamente, restituendo a noi spettatori l’urgenza e la profondità di una ferita mai rimarginata.
12 – Oppenheimer
Lo stavate aspettando, secondo me, anche perché è stato uno dei protagonisti indiscussi di quest’anno (e d questa estate). Tuttavia, io con Cristopher Nolan è un po’ che non vado d’accordo, ma la sua capacità di fare cinema e di farlo in pompa magna resta indiscussa. Finalmente con “Oppenheimer” recupera gran parte della sua lucidità e pur non trovandolo esattamente impeccabile, sotto l’aspetto visivo e sonoro credo che in questo film sia stato fatto davvero un lavoro stratosferico. A Roma diremmo “della Madonna”.
11 - Sick Of Myself
C’è mancato poco, pochissimo per non vedere in questa classifica due film diretti da Kristoffer Borgli (e sarebbe stata la prima volta). Perché fino a qualche giorno fa tra questi venti, c’era pure il suo “Dream Scenario”. Per cui vi consiglio di leggere questa posizione non tanto come quella di “Sick Of Myself” – che è un film bellissimo e intelligentissimo – ma come quella dedicata al suo autore: che è da tenere d’occhio, eccome. Al norvegese interessa molto esplorare temi caldi, temi che ci riguardano da vicino, come quello della popolarità, per esempio. In “Sick Of Myself” ci mostra una ragazza disposta a tutto – pure ad ammalarsi – pur di diventare famosa. Mentre in “Dream Scenario” usa Nicolas Cage per mostrarci come esser famosi sia un’arma a doppio taglio.
10 - Foglie Al Vento
Con il suo modo di raccontare un po’ fuori dal mondo – e meno male – Aki Kaurismaki realizza un film che il nostro mondo – purtroppo – lo guarda dritto negli occhi, ma senza disperarsi. In “Foglie Al Vento” c’è tutta la speranza, la voglia di sopravvivere e di continuare ad amare di cui abbiamo bisogno. Un film dolce, tenero, che ti fa venire voglia di pensare che l’umanità può ancora farcela.
09 - Killers Of The Flower Moon
Da qui il gioco si fa duro e ad entrare in campo, infatti, arriva Martin Scorsese. Accompagnato, ovviamente, da Leonardo DiCaprio e da Robert De Niro. Più che un film, un fiume, il suo. Un fiume dal sapore epico con dentro tanto, tantissimo cinema. Straborda, quasi. Eccede. Eppure, resta ugualmente una meraviglia per gli occhi, qualcosa da cui non ti puoi staccare, finché non è lui a decidere – dopo quasi tre ore e mezza – che è giunto il momento. Maestoso.
08 – Rapito
Una storia devastante e disumana quella che racconta Marco Bellocchio, il quale per l’ennesima volta non sbaglia un colpo e realizza un film a dir poco splendido. Un film che riesce – partendo da un fatto di cronaca – ad analizzare le spaccature, la psicologia e le ossessioni del nostro paese, senza il bisogno, peraltro, di doversi schierare o prendere posizione.
07 – Pacifiction
Un mastodontico (anche di stazza) Benoît Magimel è il protagonista indiscusso di questo thriller politico dove apparentemente sembra non accadere nulla, ma sotto sotto c'è una pentola che bolle da far paura. E' un Paradiso l’isola dove questo Alto Commissario è stato chiamato a vigilare, ma i rumors che iniziano a circolare, parlano di una Francia che vorrebbe tornare lì ad eseguire dei test nucleari. Sarà vero? Al netto di qualche fatica – dovuta pure alla sua durata – il film di Albert Serra è affascinante, oscuro, misterioso. Un cinema, insomma, dentro il quale è un piacere perdersi.
06 – Aftersun
E a proposito di misteri e oscurità, qui c’è un altro titolo che pure chiede uno sforzo da parte nostra. Sforzo che se decidete di fare, sarà sicuramente ripagato. “Aftersun” è un sogno a occhi aperti, un viaggio mentale dentro il treno dei ricordi: quelli di una figlia che cerca di tornare all’ultima vacanza fatta con il padre. Ma quello di Charlotte Wells è soprattutto un film che, per mettere ogni pezzo al suo posto, chiede a noi spettatori di fare un passo verso di lui, di affidarci all’istinto, alla percezione.
05 - Il Sol Dell’Avvenire
E non poteva mancare l’irresistibile Nanni Moretti, in questa lista. Ho amato “Il Sol Dell’Avvenire” già dalla prima visione, ma poi ho avuto modo di vederlo una seconda volta e di amarlo ancora di più. In questa fase della sua carriera, il cinema di Moretti sembra essere in costante movimento: è più aperto, solare, e lui stesso da l’impressione di volersi auto-analizzare per esorcizzare paure e idiosincrasie. Ciò non è interessante solo dal punto di vista autoriale, ma rende il suo cinema ulteriormente più profondo e irresistibile.
04 - Decision To Leave
Siamo in zona podio e, come da copione, le cose si fanno calde. Qui infatti troviamo uno dei titoli più sorprendenti della stagione, con un Park Chan-wook che si lascia andare a fortissimi riferimenti (e simbolismi) hitchcockiani. Un noir che si aggroviglia al melodramma, dove l’intreccio riesce ad evitare qualsiasi cliché, tenendo sempre alta la tensione e l’attenzione dello spettatore. Un cinema raffinato, malinconico, e anche doloroso, se vogliamo. Di quelli che ti entrano sotto pelle e non ti lasciano più andare via.
03 - Il Libro Delle Soluzioni
Ebbene sì, Michel Gondry è tornato. Dopo qualche passo falso, risveglia finalmente la sua creatività e, scavando dentro sé stesso, realizza un’opera che è un vero e proprio gioiello. Il protagonista è chiaramente un suo alter-ego e la parabola che lo vede fuggire con il girato di una pellicola che la produzione vuole togliergli di mano, è chiaramente una confessione delle fragilità e delle debolezze che lo hanno visto uscire di scena negli ultimi anni. Divertente, commovente, sincero, “Il Libro Delle Soluzioni” è uno di quei film che ti piacerebbe avere sempre a portata di mano quando sei giù di morale, perché ha la capacità di risollevarti e di convincerti che a tutto, in fondo, c'è rimedio.
02 - Gli Spiriti Dell’Isola
Per un pelo non ha preso la vetta, ma fidatevi che siamo lì. Martin McDonagh compie l’ennesimo miracolo e scrive (e dirige) un copione che mette in risalto tutto il suo genio, la sua irriverenza e la sua profondità. Qui si ride per non piangere, verrebbe da dire, perché in ciò che rompe di botto e senza (apparente) senso l’amicizia tra i due protagonisti – entrambi in stato di grazia – c’è così tanta roba che a furia di scavare è impossibile non ritrovarsi invischiati dentro dilemmi esistenziali. A mio modesto parere, un piccolo capolavoro (lasciatemi sbilanciare).
01 - As Bestas
E qui, invece, abbiamo ciò che potremmo definire perfezione. Non conosco il motivo per cui Rodrigo Sorogoyen sia ancora un autore sconosciuto ai più: visto e considerato che ogni cosa che ha toccato fino ad ora è riuscito a trasformarla in oro. Eppure, scommetto che – togliendo i cinefili di turno – sono stati in pochi a vedere e a godere di “As Bestas”. Un film che funziona e che sconvolge proprio perché non ha alcun problema ad essere brutto, sporco e cattivo; che racconta una storia attualissima e lo fa senza preoccuparsi dei punti e delle virgole. Sorogoyen colpisce e basta, va dritto, non si preoccupa di ciò che farebbe sentire più o meno a suo agio lo spettatore. Ed è per questo che alla fine vince l'intero bottino.
Con tanto di applausi, mi verrebbe da aggiungere.
Con tanto di applausi, mi verrebbe da aggiungere.
E sulle note di questo trionfo va a chiudersi un altro interessantissimo anno cinematografico.
Il prossimo, forse, causa sciopero sceneggiatori e attori, potrebbe riservare qualche carenza di titoli e/o di qualità, ma sono d'accordo con voi, adesso è presto per cominciare a parlarne.
Il prossimo, forse, causa sciopero sceneggiatori e attori, potrebbe riservare qualche carenza di titoli e/o di qualità, ma sono d'accordo con voi, adesso è presto per cominciare a parlarne.
Meglio rimandare ogni discorso al 2024.
Ah, se volete aggiungere o commentare qualcosa, potete farlo qui sotto.
Io, intanto, ne approfitto per ringraziarvi e per augurarvi buon cinema.
See you soon!
Ne ho visti 7 di questi, ma non concordo per Kimi, Amore e Il sol dell'avvenire, bene invece Air, Rapito, Decision e Spiriti, tra i migliori anche da me ;)
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