Bling Ring - La Recensione

Guardando al cinema di Sofia Coppola c'è un particolare che a nessuno può sfuggire: lei, dal padre Francis, ha preso delle distanze larghissime.

Sulla falsa riga di quel che fu "Somewhere" il suo stile infatti riprende a scorrere ininterrotto attraverso una narrazione esile e povera, ridondante su alcuni aspetti, impegnata a rimarcare concetti magari arricchendoli volta dopo volta, flusso dopo flusso. In "Bling Ring" la Coppola scrive e dirige una storia basata su eventi realmente accaduti, ispirandosi ad un articolo uscito in America su Vanity Fair qualche anno fa che raccontava di un gruppo di giovani appartenenti a famiglie borghesi di Hollywood che irrompeva con grande facilità nelle ville di lusso dei personaggi famosi portando via vestiti costosissimi e oggettistica di valore che poi veniva indossata o rivenduta per denaro, in base a gusto ed esigenze.

Nel suo essere ripetitiva, e quindi pedante, però la pellicola sottolinea per l'ennesima volta come quella della Coppola in realtà sia una forma di espressione assai carica di significato, che sa perfettamente cosa dire e come dirlo e che arriva dritto al nocciolo della questione dichiarando persino velatamente una sua opinione. E' solo la maniera in cui cerca di farlo allora a rischiare di indurre più ad una distrazione che a una presa, poiché, rispetto al già citato padre Francis che faceva del cinema una macchina di scene emozionanti ed epiche, sia "Bling Ring" che "Somewhere" per dire la loro scelgono un approccio più realistico e più vero. Coppola-figlia ci tiene, evidentemente, a denunciare il crollo di una società aggrappata fortemente al futile, a una dispersione di valori, e tiene ancora di più a illuminare il proscenio su una gioventù drogata da internet e televisione e di conseguenza dal successo, disposta ad iniettarselo di prepotenza e a tutti i costi pur di sentirne il sapore e degustarne l'essenza.

Per non rischiare dunque di far perdere allo spettatore il contatto concreto con il degradamento che lo riguarda e che riguarda i suoi protagonisti, "Bling Ring" evita un racconto dal tocco più coinvolgente e ritmato, evita di rendere più surreale una vicenda che di per sé surreale lo è già abbastanza, e mette da parte l'uso di una decorazione che avrebbe donato maggior gradimento dal punto di vista della vivacità e dell’armonia e avrebbe snellito - se vogliamo - una massa corporea piuttosto pesantuccia.

Il messaggio di cui la pellicola si fa portatrice inoltre resta tutt'altro che fresco, spunta dopo quello di moltissimi altri concorrenti che prima di lei hanno saputo sviluppare anticipatamente e meglio la stessa questione, non riscuotendo neppure il premio per l'originalità. Sofia Coppola insiste nel voler somigliare ad un nonno capace di ampia visione del mondo e della vita, e si ostina a parlare ai suoi nipoti con una flemma tale da costringerli a guardare fisso fuori dalla finestra aspettando il momento opportuno per fuggire ed andare a giocare.
Così si rischia uno spreco inutile di energie e forse, adesso, è giunto il momento di rendersene conto.

Trailer:

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