Sotto Assedio: White House Down - La Recensione

C'è un istante in "Sotto Assedio: White House Down" in cui i terroristi che vogliono conquistare la Casa Bianca vengono osservati con sospetto da Channing Tatum mentre nella sala cinematografica presidenziale allestiscono in borghese il loro piano d'attacco. Ecco, quello è il punto in cui Roland Emmerich rammenta cosa rappresenti per lui fare cinema: un gioco in sostanza, con cui avverare ogni cosa che nella realtà sarebbe difficile da vedere, se non addirittura impossibile da immaginare.

Così, dopo aver affrontato la fine del mondo con "2012", arriva il turno di affondare sul fortino americano per antonomasia, la dimora del Presidente, la White House. Per Emmerich tanto non cambia molto, il disaster-movie per lui è un passatempo che come un bambino lo diverte e gli permette di far divertire senza prendersi troppo sul serio e azzardando, magari, qualche punzecchiatina qua e là da imbastire intorno ai malcapitati che finiscono lungo la sua traiettoria. In questo caso ad esser presi di mira sono l'America e gli americani, con attacchi alla politica e ai comportamenti di un paese che, visto al di fuori, suggerisce sofferenza di sintomi da schizofrenia, in forte stato di avanzamento.

Il regista inventa un alter ego di Obama con Jamie Foxx e innalza nel centro nevralgico del potere statunitense una spregiudicata guerra di ideali (e di esplosioni) che si contrappongono tra loro, rovesciandosi da soggetto a soggetto. Per fortuna la pellicola non si lascia trasportare dalla forte provocazione in grado di portarla su versanti meno ironici, Emmerich infatti mantiene saldi i toni leggeri e anche quelli più divertenti e dopo uno spiegone sulle curiosità della Casa Bianca entra nell'action purissimo scegliendo Channing Tatum come Capitan America improvvisato (ma perché non ci ha pensato prima la Marvel?!) usufruendo della figura di un comune agente cittadino autoelettosi per l'occorrenza Supereroe e salvatore della patria (e della pace). Ci consegna i pass per un tour nelle immense stanze e gli infiniti piani calcati dai Presidenti americani e con l'aggravarsi della situazione scansiona passaggi segreti implementati da ognuno di loro durante le cariche per amplificare la sicurezza, imbastendo felice, infine, un inseguimento in tondo e a suon di proiettili nel giardino situato all'esterno dell'edificio.

Erige un'altro affresco in chiaro scuro sull'America di oggi, dunque Emmerich, lo fa con l'innocenza e la franchezza di chi osserva e riporta, di chi è privo di qualsiasi giudizio e rispetta comunque la robustezza di una nazione che fonda sulla speranza e sulla voglia di non arrendersi mai le proprie virtù. Fondamentale diventa quindi la costruzione della dolcissima Emily, la figlia di Tatum. Lei, undicenne fuori dal coro con un blog già all'attivo, vede nel suo Presidente il sogno di una pace eterna e di un mondo migliore, un miraggio che sul grande schermo sa apparire meno proibitivo di quanto lo ricordassimo nella realtà.

E allora, caro Roland, hai ragione tu. Il cinema può permettere davvero di immaginare e realizzare qualunque cosa e a noi ciò non dispiace affatto. Perché le Americanate, se ben confezionate, sanno trovare il modo di farsi voler bene tanto quanto quell'altro tipo cinema, da molti, più ricercato.

Trailer:


"Sotto Assedio: White House Down" uscirà nei cinema il 26 Settembre 2013.

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