Captain America: The Winter Soldier - La Recensione

La cura Joss Whedon ha portato alla Marvel benefici che, periodicamente, non smettono di restituire segnali ultra positivi. L'ultimo viene proprio da "Captain America: The Winter Soldier", il sequel che riabilita il soldato Steve Rogers a una figura assai meno blanda e da copertina come quella che gli era stata cucita intorno nel precedente, deludente, capitolo d'esordio. E soprattutto va ad accendere il turbo per chiudere la fase due aperta da "Iron-Man 3" con eclatanti fuochi d'artificio.

Sviando ogni pronostico la pellicola dei fratelli Anthony e Joe Russo esce assolutamente dalla prevedibile caratterizzazione fumettistica, attrezzandosi di armature, armi e scudi tipici del miglior thriller action e delle atmosfere solide e imprevedibili degne del più rispettabile agente 007. Diversamente dai super-eroi che lo affiancano in "The Avengers" infatti l'immagine e il carisma di Capitan America per vivere e convincere sullo schermo ha bisogno, senza se e senza ma, di perenni spalle e compagni pronti a sostenerlo e a dargli supporto, e non è un caso quindi che le presenze di Vedova Nera e di Nick Fury in questo capitolo godano di spazio simile a quello ritagliato loro nel lavoro di Whedon, e che Falcon diventi (specie nel roboante climax) un'ottimo elemento da giocare per chiudere positivamente una corsa infinita. Il rischio preso allora diventa, paradossalmente, solo quello di evitare una snaturazione eccessiva del personaggio, il coprire troppo le sue radici caratteristiche, ma anch'esso viene sventato intelligentemente riconducendolo saltuariamente al suo territorio abituale per farlo sfogare quanto basta in battaglia e poi trapiantarlo ancora nell'inedito ambiente dipinto a colori più tenui.

In questo gioco di salti, di ruoli e di picchi adrenalinici, l'equilibrio diviene, di conseguenza, fattore imprescindibile, da controllare sotto ogni minima goccia per garantire la riuscita dell'operazione. Scene d'azione si alternano perciò ad altre più statiche e ad altre ancora unicamente parlate, vengono sviluppati intrighi, generati dubbi e la credibilità dei personaggi - anche celebri e amati - viene messa in totale discussione, il tutto all'interno di una struttura intricata e sorretta da una sceneggiatura che, se era stata punto debole in passato, ora tramuta a punto di forza ineccepibile.

Dimenticate quindi il classico fumettone scoppiettante e scontato, "Captain America: The Winter Soldier" ha come missione principale proprio il compito di non dare punti di riferimento o risvolti prevedibili. Intrattiene con maestria, diverte, ma, ancora meglio, incolla fissi alla poltrona. Ed è l'ennesimo riscatto con cui la Marvel spalanca le porte verso quello che è già diventato, di fatto, il seguito più atteso del prossimo anno: ovviamente "The Avengers: Age of Ultron”.

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