Edge of Tomorrow: Senza Domani - La Recensione

Passano gli anni ma Tom Cruise resta una certezza.
Ovunque lo metti sta. Videogiochi compresi.

Doveva saperlo bene Doug Liman, che per "Edge of Tomorrow: Senza Domani" lo seleziona con il suo joypad e lo getta in una guerra apocalittica contro gli alieni (droni per l'esattezza), solo per il gusto di tentare un esperimento controcorrente, non del tutto inedito, capace comunque di mantenere un sapore niente male: piacevole e irritante a seconda delle situazioni.

Lo spunto è preso dalla light novel giapponese di Hiroshi Sakurazaka, "All You Need Is Kill", che benissimo si presta per simulare un processo che in campo videoludico da decenni è stato testato e sposato come definitiva forma di intrattenimento. Il videogioco che incontra il cinema - o almeno questo era una volta - una fusione perfetta, che incrementa l'esperienza artificiale del gaming avvicinandola ancor più alla realtà e all'immedesimazione. Adesso però, con il tempo e l'avvento delle consolle next-generation, il vento è cambiato, i due mondi non sono più così distanti ma sempre a rischio contatto estremo. "Edge of Tomorrow: Senza Domani" questo l'ha capito e senza alcuna paura, decide di andare contro corrente ed essere lui a compiere il passo, quello rischiosissimo, in cui il cinema si scomoda e va ad incontrare il videogioco.

Per farlo, chiaramente, cerca di non perdere mai contatto con le sue radici, avvicinandosi il più possibile ad un mondo diverso, senza dimenticarsi da dove viene e perché. Il risultato è quello di una fedeltà e una sincronizzazione che, probabilmente, non è mai stata così fluida e ben amalgamata (seppur c'è ancora molto da migliorare). C'è infatti un esperienza totale e unica nella pellicola di Liman, in grado di avvicinare lo spettatore - quello esperto in materia, ovviamente - alle sessioni e alle sensazioni vissute nel salotto di casa, il tutto senza che questo si dimentichi che a comandare, però, stavolta non è lui, bensì un pilota automatico. Si respira pertanto lo stupore dell'inaspettato che, mischiato al coinvolgimento delle incredibili battaglie, va a scontrarsi con il game over ciclico, necessario e fastidioso, come a sprazzi anche fonte di divertimento. Nulla insomma è lasciato al caso, men che meno, il personaggio di Cruise, il quale inizia la sua missione come soldato incapace/disertore e, nel corso degli infiniti risvegli a causa di morte, affina gli attributi militareschi diventando - con l'aiuto di una funzionale Emily Blunt tostissima guerriera - una vera e propria macchina da guerra: precisa, veloce e (quasi!) infallibile. Riesce in questo modo a mettersi per l'ennesima volta la pellicola sulle spalle, guidandola con destrezza e confinandone i difetti che, purtroppo, si fanno sentire e sono legati tutti alle spine del livello in loop da ricominciare.

Ma nel complesso Liman e la sua squadra di sceneggiatori - su cui spicca Christopher McQuarrie, regista di Cruise in "Jack Reacher: La Prova Decisiva" - vincono la partita e portano a casa la medaglia. "Edge of Tomorrow: Senza Domani" è sicuramente un esperimento godibile, attento e informato - cinematograficamente accostabile più a un “Source Code” che a un “Ricomincio da Capo” - e che sa guadagnarsi appieno il riconoscimento di intrattenere il pubblico grazie alla costanza e alla velocità supersonica con cui si ostina a procedere barcamenandosi tra fantascienza e azione (e il 3D è uno dei migliori visti in sala).
Chiaramente gli si può rimproverare la leggerezza di non riuscire a raggiungere l'oro pieno, classificandosi appena, appena sotto l'argento, eppure considerando come poteva andare a noi sta molto bene così.

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