X-Men: Giorni di un Futuro Passato - La Recensione

E' un riabbraccio salvavita quello avvenuto tra gli X-Men e Bryan Singer. Questo innanzitutto.
Salvavita perché dopo Singer gli X-Men avevano trovato fortuna solo tra le mani di Matthew Vaughn, mentre il regista, invece, attratto dal pianeta Krypton, era sprofondato sotto un tunnel che lo aveva trascinato persino in una caccia ai giganti vergognosa e insopportabile.

Un lieto fine, insomma. E invece no.
No, perché "X-Men: Giorni di un Futuro Passato" pur di riparare questo matrimonio è disposto a rinnegare ciò che è avvenuto prima, o perlomeno ad escluderlo, lo ignora e riscrive la storia come se niente fosse, permettendo che la sua trama, complessa, articolata e basata su salti temporali, possa venir fuori e compiere il miracolo di risultare credibile. C'è infatti un errore di fondo nell'intero telone steso dalla pellicola di Singer, un telone che pare graffiato dagli artigli di Wolverine e che non può essere cucito o mascherato neppure dalle abilità mutaformi della bellissima Mystica, entrambi fulcri di questa quinta uscita ufficiale. Ma pur volendo sorvolare sulle questioni di sceneggiatura, a non convincere a pieno, stavolta ci si mette persino il semplice fattore intrattenimento, che non gioca a favore della causa e va a incastrarsi senza via di fuga, sulla (sbagliata) gestione dei (tanti) personaggi da muovere all'interno dello scacchiere.

La mossa di unire la vecchia saga con quella più recente del prequel, si rivela allora ottima nei presupposti ma controproducente nella pratica. Ogni singola pedina pare bloccata da uno scorrere del tempo che, per forza di cose, impone di dover essere corto e intenso, così lo spazio a disposizione per elevare, accrescere o approfondire i protagonisti oltre quelli che sono i loro super-poteri è limitato e non arriva a definire nient'altro se non quella che è la dichiarazione del loro "schieramento politico". Ricalcati gli attriti tra i giovani Magneto e Professor Xavier (per i quali, contemporaneamente, si promette una possibile convivenza futura) quindi, quasi nulla di nuovo apporta alla saga questo "X-Men: Giorni di un Futuro Passato", anzi, a sorpresa riesce anche a perdere moltissimo del meglio che avevano mostrato con fatica e sudore i suoi predecessori, ovvero spettacolarità, divertimento e dose di humour (qui affidata ad un unica scena messa nelle mani di un Quicksilver Rockstar meravigliosa, che nella sua minuta porzione segna un assolo indimenticabile).

Riscrivere da zero quel che è già stato, solo per il gusto di far rientrare alcuni personaggi e perciò amplificare la vetrina e il gusto dell'annunciato "X-Men: Apocalypse", lascia un tantino a desiderare e somiglia più a una scelta disperata dettata dallo stallo che a un'idea geniale, rivoluzionaria. Quindi si, questo matrimonio forse era da riparare, ma per chi era abituato a conoscere la coppia nella prima fase del rapporto adesso è fin troppo chiaro che l'affetto, seppur presente, non è più ai picchi romantici di una volta.
Che possa essere fisiologico lo sappiamo, nonostante ciò, felicità loro a parte, a noi un pochino dispiace lo stesso.

Trailer:

Commenti