99 Homes - La Recensione

Parte con uno spunto niente male il "99 Homes" di Ramin Bahrani, con l'alleanza inaspettata tra un Andrew Garfield, padre di famiglia, a cui il governo ha appena tolto la casa e un Michael Shannon agente immobiliare, impiegato del governo, che dopo averlo sfrattato, per salvarlo, dalla rovina lo trascina nel suo mondo fatto di meschinità e arrivismo, che per nulla si addice alle corde della sua recluta.
Una base senz'altro solida che in mano a un regista del calibro di Martin Scorsese avrebbe portato a dei frutti sicuramente straordinari, ma che invece, in mano a qualsiasi altro mestierante, poco intraprendente, rischia di sprecarsi come cenere nel vento.

Opta per la strada meno ripida possibile, purtroppo, Bahrani, mettendo i suoi protagonisti sui binari corretti, ma non trovando mai il coraggio di spingerli oltre il dirupo, facendoli schiantare a dovere come avrebbe richiesto un copione come quello di cui era in possesso. Il cammino oscuro compiuto da Andrew Garfield infatti, non fa altro che unire i puntini di un tragitto già scritto e già calcato dalla maggioranza delle pellicole con allestimento simile e messaggio buonista di fondo. Perché, per le opere come "99 Homes" il varco da sorpassare a testa alta è esclusivamente quello posto all'epilogo, ovvero quello che deve portare il "buono" a fare i conti con il mare di male in cui ha deciso di buttarsi. Uno scontro che invece, in questo frangente, accade ma solo a metà, sottomesso alla volontà di privilegiare e rinforzare la spiegazione dei sistemi, i giri loschi e i connessi malumori che una tematica come quella della crisi immobiliare può esercitare negli esecutori e nei malcapitati.

La forza oscura di Michael Shannon, dunque, finisce per sprecarsi appena dopo qualche inquadratura, mentre le buone intenzioni ed il volto macchiato dal senso di colpa di Garfield finiscono per far somigliare il suo personaggio allo Spider-Man che interpreta altrove, magari alle prese con la parte più spaventosa e nascosta di se. Scricchiolii che oltre a corrodere le interpretazioni degli attori finiscono per bucare anche la sceneggiatura, nello specifico nel tanto agognato finale intriso di retorica e buone azioni, dove l'unico residuo di male che permane in confronto alla marea avvistata in precedenza vive nello sguardo di chi, in quanto esperto villain, sa gestire le avversità senza farsi prendere dal panico, attitudine tutt'altro che consona a colui che, invece, è abituato a riporre ogni possibilità di sopravvivenza nella vaga speranza.

E' sotto questi colpi sordi che "99 Homes", quindi annacqua la sua solidità di partenza spaccandosi lentamente e naufragando laddove sarebbe dovuto attraccare. A Bahrani, pensiamo, interessasse più la denuncia che lo schiaffo a sorpresa e la sua pellicola allora non può far altro che salutarci così, senza nemmeno il minimo segno di colluttazione o pizzico.

Trailer:
NON DISPONIBILE

Commenti