Ma forse, proprio per queste ragioni, rischia di diventare il suo nuovo biglietto da visita.
Grottesco, diretto, affascinante.
Etichette che il protagonista alla ricerca di riscatto Riggan Thomson, non si esimerebbe a dibattere e a distruggere, eppure ben si adattano alla messa in scena di una pellicola che per tecnicismo, sostanza e performance attoriali, frantuma a tempo di record qualsiasi riserva, proiettando lo spettatore in un viaggio frenetico, a contorni dark e dal ritmo incalzante. Tutto ruota attorno al protagonista di cui prima, Riggan Thomson, un attore in pensione, suo malgrado, non più richiesto da quando ha deciso di mollare – dopo tre capitoli – le vesti del super-erore che gli aveva concesso la fama: Birdman. Sventura che sta provando tuttavia a controbattere adesso con ogni sua forza, attraverso l’adattamento di un’opera teatrale che vuole per portare in scena a Broadway (con molti problemi) e che dovrebbe mostrare a pubblico e critica che il suo talento non è solo la celebrità di un costume come tutti sostengono. E con cui persino lui continua ancora a (con)vivere e lottare in privato.

E’ evidente che in tutto ciò la trama finisca per essere leggermente schiacciata, messa in secondo piano, ma chissà che anche questo non sia l’ennesimo trucco sferrato da Iñárritu per concludere la sua cavalcata con successo e ghigni. Perché in qualche modo il cambio di passo del regista, il suo aver abbandonato (temporaneamente?) l’impronta di sempre, risulta specchiarsi, un po' a sorpresa, nelle parole di Riggan e dell'urlo disperato lanciato al massimo della sua sopportazione. Ovviamente è un attacco al cinema frivolo (riconducibile a quello dei super-eroi) e alla società che lo sostiene, un cinema che sta affossando e limitando l'altro tipo di cinema, quello solitamente ricco di contenuti (come quello vicino a Iñárritu), situazione con cui il regista, probabilmente, non va troppo d'accordo.
Il che rende lo spettacolo ancor più divertente, visto che proprio sbeffeggiando e demolendo quel tipo di cinema dal di dentro, con citazioni, riferimenti, ed elementi nascosti (su tutti la voce di Birdman rauca come quella del Batman di Nolan e il font del poster di "Birdman 3", attaccato in camerino di Keaton, uguale a quello di "Iron-Man 3"), Iñárritu realizza forse il film migliore della sua carriera.
Il che rende lo spettacolo ancor più divertente, visto che proprio sbeffeggiando e demolendo quel tipo di cinema dal di dentro, con citazioni, riferimenti, ed elementi nascosti (su tutti la voce di Birdman rauca come quella del Batman di Nolan e il font del poster di "Birdman 3", attaccato in camerino di Keaton, uguale a quello di "Iron-Man 3"), Iñárritu realizza forse il film migliore della sua carriera.
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