Liberaci Dal Male - La Recensione

Come il titolo lascia intendere, il male è protagonista.
Superficialmente si tratta del male comune, residente nell'uomo, che il poliziotto Eric Bana e la sua spalla Joel McHale quotidianamente e in nome della legge cercano di stanare e di sconfiggere per le strade del Bronx. Tuttavia la realtà, come qualsiasi altra cosa, ha delle sue sfumature, che se carpite e interpretate possono portare a spiegazioni al di là della nostra comprensione. Eventi inspiegabili, mostruosi e terribili, traducibili solo con l'entrata in gioco del paranormale o magari del Diavolo in persona.

Eppure in "Liberaci Dal Male" una (non) realtà così irreale è parecchio dura da digerire, e prima di assecondare il padre pentito, ex-tossicodipendente, e la sua teoria riguardo i numerosi episodi e visioni inquietanti, di esitazioni e di domande senza risposta ne devono passare, eccome. La spiegazione tuttavia è racchiusa interamente nella classificazione del male, che anziché esser generico come si pensava, vien diviso dagli uomini di fede in due categorie: male primario e male secondario. Il secondo lo conosciamo tutti, il primo meno. O, a dirla tutta, anche il primo conosciamo tutti, ma solamente per sentito dire o, ancora meglio, per visto al cinema. Ovviamente è la possessione, l'intervento del demonio su questa terra, il tema alla base della pellicola di Scott Derrickson, espresso non più attraverso un solo e unico caso ma tramite una setta composta da tre ex-marines che durante la guerra in Iraq si sono imbattuti in una caverna e un graffito disegnato al suo interno che li ha resi vittime e schiavi del male.

Storia vera. O almeno questo è ciò che ci viene assicurato in prima battuta (tratta dal libro "Beware The Night" di Ralph Sarchie). Tuttavia Derrickson nel tentativo di mascherare lo strato horror del suo lavoro oltre il dovuto e fino alla fine, spingendo molto sulla componente thriller-poliziesca, incappa in una esposizione intrigante inizialmente, ma che non riesce a confermarsi, nel suo procedere, e a trattenere quindi lo stato d'ansia e di coinvolgimento nello spettatore. Sarà per via di un incipit assai sfruttato o a causa di un allestimento narrativo controproducente, però "Liberaci Dal Male" sembra non esser mai capace di intercettare i giri giusti (e le trovate) per scatenare la suspance e andare a compiere il suo mestiere.

Che Derrickson abbia messo in piedi una pellicola solida e - considerando il genere - nello standard, dubbi non ce ne sono. Nonostante ciò, il suo operato non è abbastanza sufficiente per concedergli una promozione, soprattutto a causa della scelta di interrompere prematuramente il brio dell'accoppiata frizzante Bana-McHale, messa in ombra per favorire la parentesi legata alla vita privata del primo su cui si sarebbe potuto abilmente sorvolare.

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