The Sound And The Fury - La Recensione

Il James Franco regista ha dimostrato di saperci fare con la macchina da presa, e che la sua volontà di raccontare qualcosa - e non solo farne parte - va oltre il capriccio di chi comunque può permettersi sfruttando il suo status di eseguire vari mestieri.
In quella che è la sua tredicesima opera autoriale (decima se togliamo i documentari) allora prosegue il saccheggio letterario iniziato qualche anno fa, adattando il romanzo "L'Urlo e il Furore" di William Faulkner, con l'aiuto dello sceneggiatore Matt Rager e un ricco cast che lo vede protagonista.

Si divide in più piani temporali "The Sound And The Fury", a loro volta ordinati in tre capitoli, che servono ad entrare meglio nelle vite dei tre fratelli Compson, in qualche modo, costantemente influenzate dalla loro sorella Caddy, figura determinante per le sorti della famiglia.
Dotata di composizione non lineare, e girata con grande perizia e da un Franco che registicamente fa progressi e si concede qualche eleganza (forse di troppo), la pellicola pare proprio puntare tutto sulla forza di un montaggio che salta senza avvertimento di anno in anno, per incanalare la drammatizzazione di una trama dal lenzuolo molto ampio e molto ricco. I suoi intenti tuttavia riescono solo a partire, non a crearsi, poiché se nel primo capitolo i presupposti per un ottimo lavoro apparivano possibili, nei successivi l'anima che stava nascendo si perde completamente, freddando l'interesse e sgonfiando il peso.

Non ci importa quasi niente del destino di questa famiglia e di questi ragazzi, giunti appena a metà della pellicola. E ce ne importerà persino meno andando avanti, quando sbarcati all'ultimo capitolo, non ci viene permesso di aderire al personaggio-chiave di Caddy, l'unico sulla carta che prometteva, se esplorato, di potere alzare un po' un pathos che nel frattempo si era totalmente azzerato. Ma forse il demerito di ciò, anziché dei personaggi, sarebbe da implicare ad un Franco che dietro la macchina da presa commette ancora l'errore di non portarci il cuore, trasmettendo quel sentimento che ogni tipo opera, ma specialmente quelle di questo genere, necessitano per potersi affermare e lasciare un segno.

Quel segno che appunto "The Sound And The Fury" pur ostentando fedeltà non lascia affatto, scomparendo a poco a poco sui titoli di coda e velocemente dalla testa. Effetto che siamo sicuri non fosse intenzionale e che non da minimamente al libro di Faulkner quella visibilità meritata e in cui speravamo.

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