Andiamo A Quel Paese - La Recensione

Ci sono tutti gli stereotipi italiani possibili nell'ultimo film di Ficarra e Picone, contestualizzati nel momento storico precario ed economicamente stirato con cui - chi più chi meno – ognuno di noi è stato chiamato di recente a fare i conti, il più delle volte entrando tristemente in perdita.

Per loro però è diverso.
Come è giusto che sia, per i due comici palermitani una situazione del genere è il pretesto efficace per accendere risa, concepire assurdo, sviluppare un esagerazione estrema della realtà, verificabile magari, ma solo nel più eccessivo dei casi. Qualcuno infatti potrebbe averci pensato, qualcuno forse lo sta facendo, qualcuno l'ha già fatto, chi lo sa, ma sfruttare le parentele anziane, portandosele tutte in casa, innalzando una specie di ospizio abusivo da cui incassare pensioni a catena, è senza ombra di dubbio un'idea astuta e - citando Stanis - molto italiana, che seppur colma di scomodi contro e pochi pro, inserita all'interno di una commedia, potrebbe addirittura esser considerata come geniale. Meno geniale, moralmente almeno, potrebbe essere considerata invece l'altra idea, quella con cui si decide di sposare una delle anziane vecchine per assicurarsi una pensione più duratura, percepibile anche in caso di morte della stessa, sebbene uno scenario del genere appaia meccanismo infallibile per scatenare divertimento in abbondanza.

Eppure per quanto riguarda questa parentesi, "Andiamo A Quel Paese" risulta fuori sincronia assoluta, poiché rappresenta il cinema peggiore che si può vedere in sala: quello trascurato, televisivo, che si nutre di tormentoni e soprattutto che esiste non per un motivo preciso, ma per sfruttare nel modo peggiore (quello puramente da box-office) l'ascendente che i suoi protagonisti hanno e sanno di avere sul proprio pubblico, che chiaramente neppure stavolta li tradirà. E così tutta la voglia di scherzare sul paese, sulle sue condizioni e sui suoi vizi, improvvisamente perde ogni bollicina della frizzantezza che avrebbe dovuto avere, assumendo al contrario il sapore insipido e sciapo di un composto studiato a tavolino e neppure appreso con troppa convinzione. Conferma che arriva dritta dritta da Ficarra e Picone in persona, che rispetto ai loro standard rodati e precisi, faticano a trovare l'intesa e a smuovere la cadenza comica dei loro sketch, rifugiandosi, nella maggior parte dei casi, nella riproposizione di minestre riscaldate con cui schivano i problemi in un paio di occasioni, salvo poi stancare e stancarsi a furia di risultati sempre meno piacevoli e funzionali alla causa.

Quello di "Andiamo A Quel Paese" dunque diventa un tipo di cinema falso, che dovrebbe traslocare nella dimensione a lui più appropriata, la televisione, e lasciare il proprio spazio a quello più vero lasciato in attesa. Pensare a questa pellicola come riferimento per una commedia o come riferimento di qualità in generale è un concetto veramente preoccupante e difficile da mandare giù. Tenendo conto, specialmente, che posizionati in fila, di fuori, ci sono progetti di nuove leve davvero interessanti che aspettano solo un quarto del denaro di questi scempi per farsi valere.

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