Fino A Qui Tutto Bene - La Recensione

Già dai titoli di testa "Fino A Qui Tutto Bene" promette di non essere la solita commedia all'italiana. Coerentissima nella qualità, originalità e freschezza trasudata anche da "I Primi Della Lista", l'opera seconda di Roan Johnson resta fedele infatti a quella idea personale di cinema decisamente indipendente, indifferente alle influenze di un movimento nazionale tanto inseguito quanto stucchevole.

Non c'è alcun attore di rilievo infatti a dominare la scena (a parte la partecipazione di cinque minuti di Isabella Ragonese), ma solo giovani sconosciuti e talentuosi, che ben aderiscono alle parti che gli sono affidate al punto da dare, a tratti, l'impressione di essere veramente reali e facenti parte quindi di un documentario a tutti gli effetti. Reale però "Fino A Qui Tutto Bene" non lo è per niente, anzi, tolti suoi primi cinque minuti in cui finge di esserlo, è molto costruito e schedulato per non mancare gli appuntamenti prefissati ed arrivare in tempo al traguardo. La personalità, l'abilità e l'umorismo con cui Johnson però racconta le vite di questi cinque trentenni, alle prese con il loro primo bilancio personale, che segna il punto-fine all'età del cazzeggio e ne imposta uno nuovo di inizio-maturità, ha lo stesso gusto di quel conosciuto un po' dolce un po' amaro con cui si è già fatto i conti o si sta aspettando di farli nel breve.

In loro è presente, per forza di cose, l'anima di tutti i trentenni moderni: gli spiantati, gli illusi, gli sperduti, che in crisi fingono di conoscere e di sapere la loro strada, ma a ogni incrocio, angolo o bivio poi si fermano dubbiosi, rimettendo tutto in discussione e tornando nel disordine. Il bello allora di "Fino A Qui Tutto Bene" diventa stranamente proprio questa crisi, gli effetti che ha, e con cui stravolge scelte e progetti, e il modo in cui Johnson la usa per farci fare (e farsi) quattro risate. Ovviamente si tratta di risate il più delle volte amare, legate a disgrazie, dolori e cambiamenti, ma sono sempre accompagnate da un'amicizia irresistibile che seppur, a volte, fornisce l'impressione di vacillare, alla fine resta l'unica consolazione disponibile per non sprofondare di fronte ad ogni difficoltà.

Le cose stanno così, cosa dobbiamo fare? Vogliamo arrenderci?
Per i protagonisti della pellicola la risposta è: neanche per sogno. Nonostante le cose vanno e andranno sempre a testa in giù, la precarietà sarà ogni volta più sovrana e la nostra generazione inaffidabile per definizione, la forza di reagire, di fortificarsi e condividere insieme tutto questo pasticcio che ci assale, è e sarà all'infinito, una delle più straordinarie qualità di cui possiamo vantarci. Così, pur non conoscendo cosa ci riserverà il futuro e come noi saremo in grado di sopportarlo, vedendo i protagonisti di "Fino A Qui Tutto Bene" non demordere e lottare, separarsi e restare uniti, andare avanti e guardare indietro, ci fa sentire meglio per via di quella positività e speranza secondo la quale siamo tutti passeggeri facenti parte della stessa (piccola) barca.

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