La Foresta Di Ghiaccio - La Recensione

Freddo, rarefatto, oscuro.
Claudio Noce torna ad occuparsi di immigrazione con un thriller ambientato tra le montagne innevate del Trentino, luogo dove la neve oltre a coprire i boschi e l'asfalto diventa simbolicamente la maschera di una comunità in cui ognuno ha qualcosa da nascondere.

Nessuno è quel che sembra in "La Foresta Di Ghiaccio", o meglio, nessuno è quel che dice di essere. Ed è un impressione evidente che viene rinforzata dalla tendenza di ogni personaggio a non volersi mai aprire con chiunque entri in contatto, preferendo un dialogo che solitamente resta aggrappato al vago, al generico, simile a quello da bevuta con cui accompagnare la resistenza ad un gelo comune e inarrestabile. Nonostante in apparenza sembri tutto sereno, tranquillo, e al cospetto della natura, a muovere l'azione nella pellicola di Noce è allora quella serie di eventi accaduti lontano dalla camera (la morte di una ragazza), che tuttavia condizionano scelte e destini, pur non scuotendo minimamente l'equilibrio di una scacchiera impostata per eruttare la sua rabbia solo quando giunta al culmine. Eventi di cui, magari, qualcuno ogni tanto accenna, sussurra, ma ogni volta a noi è concesso di sapere il minimo indispensabile, proprio a causa dell'inaffidabilità di chi ascolta e si muove intorno.

L'intreccio da sbrogliare quindi deve essere atteso con molta calma e perizia in "La Foresta Di Ghiaccio", due qualità che se messe al servizio vengono ricambiate da Noce con indizi da mettere in tasca e una regia colma di primi piani con cui tentare di intravedere nei personaggi quei passi falsi determinanti a riconoscere la caduta di una sospetta falsa identità. Eppure ciò non è abbastanza per reggere il ritmo quieto e a rilento adottato dalla pellicola, e con tutta la volontà messa a disposizione dallo spettatore, l'ingolfo di una storia che obbligatoriamente e fisiologicamente inizia a soffrire di pochezza e di mancanza di accelerazioni, si fa sentire perdendo di atmosfera, interesse e rimontando qualcosa nel finale che però lascia in perdita.

Da "Good Morning Aman" a "La Foresta Di Ghiaccio" il cinema di Claudio Noce continua a procedere con coerenza, dedicandosi agli extracomunitari e ai problemi che essi incontrano da quando lasciano il paese d'origine e si stabiliscono in Italia. Le sue sono intenzioni nobili, apprezzabili, persino intriganti a volte, ma la maniera con cui fino ad oggi ha provato a metterle in pratica, sfruttandole per le sue storie, forse, avrebbe bisogno di essere rivista un pochino e migliorata.

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