Ted 2 - La Recensione

Al terzo tentativo ce l'ha fatta!
Con "Ted" e "Un Milione Di Modi Per Morire Nel West" ci aveva senz'altro provato Seth MacFarlane a portare al cinema quello che assai meglio gli era riuscito in televisione, ma forse la voglia di prendersi un tantino più sul serio e di accontentare un tipo di pubblico che andasse oltre quello suo classico, lo aveva leggermente svigorito e scaricato.

Resosene conto allora ha finalmente deciso di fregarsene di tutto e di tutti, di proseguire lungo quella che da sempre è stata la sua linea e di dare pieno sfogo alla cattiveria (repressa) e all'immaturità insolente. Da questo punto di vista "Ted 2" è l'apice del suo ego, una pellicola in cui la trama conta poco, se non niente (e in cui solo a leggerla si fa fatica a crederle), e dove sketch e trovate esilaranti vengono sguinzagliate a più non posso con enorme liberazione, e ordine di distruzione. Si ride incessantemente infatti in questo secondo capitolo dell'orsacchiotto parlante, la maggior parte delle volte lo si fa di gusto e in qualche occasione persino sentendosi in colpa immediatamente dopo. Un giocattolo infinito, di quelli che ogni tanto viene il dubbio possano essere impossessati da una versione diluita del diavolo, ma la sensazione di divertimento durante la pratica è talmente potente da mandare all'aria ogni questione morale o principi di compostezza. Quando diciamo che MacFarlane ha disinibito ogni freno d'altronde non è per niente un esagerazione, come dimostra la scena in cui Mark Wahlberg e Ted decidono di festeggiare insieme la nuova speranza per il loro caso, andando a fornire consigli sbagliati a comici di stand up, impacciati di fronte agli spunti di un pubblico che vorrebbe monologhi sarcastici sull'11 Settembre, Robin Williams e gli uffici di Charlie Hebdo.

Una satira forte, dunque, piccante, che tuttavia sa ancora concedersi a momenti di buonismo, sentimenti nobili e valori, seppur con meno coinvolgimento rispetto al passato: smorzando pertanto la drammaticità alla prima occasione e tornando a cazzeggiare, al massimo dell'irriverenza, tramite quel nos di risate privo di margini di scarico.
Ha un ingranaggio quasi perfetto probabilmente "Ted 2", che rispecchia fedelmente i contorni del suo autore ed evidenzia la grande manutenzione effettuata nei tre anni trascorsi. Una manutenzione che non ha visto risparmiare neppure la sua protagonista femminile: con Mila Kunis, donna che voleva cambiare l'irresponsabile Wahlberg in un uomo a schiena dritta, sostituita da Amanda Seyfried, donna che di schiena dritta non prova nemmeno ad accennare argomento. Segnale, questo, interpretabile come fine di ogni interferenza all'interno del franchise, con i protagonisti che promettono tacitamente ai loro spettatori di rimanere sempre gli stessi a vita, circondandosi d'ora in poi solo di persone che sappiano apprezzare il loro essere, o che al massimo siano disposte ad accettarlo o impararlo.

Siamo fatti così, se non vi sta bene cambiate strada.
Un messaggio che vale tanto per Mark Wahlberg e il suo orsetto quanto per MacFarlane e il suo pubblico. Un attestato di infantilismo, forse, magari di arroganza, ma anche intriso di quella maturità di chi ormai si conosce e sa benissimo cosa può cambiare e cosa no di sé stesso.
Un espressione simile ad un corto circuito, eppure stabile e sostenibile in un mondo paradossale, folle e spassoso come quello di "Ted 2".

Trailer:

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