Ouragan: L'Odyssée D'Un Vent - La Recensione

Curioso l'effetto che riesce a produrre un film come quello realizzato dai registi Cyril Barbançon e Andy Byatt. Uno spettacolo a occhi aperti, ampliato da un 3D entusiasmante, su un argomento catastrofico e spaventoso come quello degli uragani.

Si chiama "Ouragan: L'Odyssée D'Un Vent" ed è la summa di quattro anni di lavoro in cui i registi si sono dedicati alla raccolta delle immagini - non appartenenti ad un solo uragano - che poi hanno deciso di montare ed unire, facendo apparire come parte di un'unica catastrofe, realmente accaduta, causata da un uragano fittizio di nome Lucy (nessun passaggio è ricostruito al computer, ma tutto reale). Lucy nella loro pellicola non solo esiste davvero, ma ha una coscienza, un'anima. Lucy parla con noi, ci legge dentro, conosce le nostre percezioni e, meglio ancora, quelle di chi sta per travolgere, andando a cambiare definitivamente la sua esistenza. Un semplice vento che si diffonde nel Sahel africano diventando monsone demolente e poi si sposta lungo l’Atlantico crescendo a dismisura senza avere più pietà di qualunque cosa incontri davanti a sé. Uomini, donne, animali e foreste devono piegarsi al suo volere: c'è chi tenta di mettersi in salvo informato dai telegiornali, chi è fortunato e la scampa per un pelo e chiaramente anche chi, preso alla sprovvista, impiega ogni briciolo della sua forza per resistere alla sfuriata ed opporsi a questo fenomeno straordinario tanto quanto naturale. Non a caso la riprendono anche dai satelliti della NASA, Barbançon e Byatt, la loro creatura, mostrando la sua fisionomia dall'alto, con immagini meravigliose che fanno il paio con quelle vicinissime sulla terra che mischiano il dolore allo stupore per una vicinanza e un dettaglio, forse nitidi nell'immaginario, ma mai così tangibili da farci sentire parte della situazione.

Raccolgono interviste, si intrufolano negli uffici per spiare gli scienziati e poi tornano sul luogo appena attaccato, o in fase di attacco, per scrutare le reazioni e le preoccupazioni delle vittime, o delle potenziali, da vicinissimo. E' un docu-film che si fa dimenticare difficilmente "Ouragan: L'Odyssée D'Un Vent", un prodotto pensato e realizzato con il criterio intelligente di intrattenere e spiegare da vicino la derivazione, gli effetti, ma soprattutto le cause di un qualcosa che spesso è solamente visto come una disgrazia da dimenticare e da evitare, ma in realtà - ci spiega Lucy dalla sua somma onnipotenza - è indispensabile per ripristinare un equilibrio ambientale che altrimenti, se spostato e non ripristinato, non permetterebbe al mondo di andare avanti. Paradossalmente, dice, dovremmo ringraziare lei e i suoi simili, perché ci consentono - a noi e a chiunque abita questo pianeta - di prolungare la presenza e poter godere ancora di ciò che da sempre siamo abituati a possedere e beneficiare.

Le scene conclusive, infine, sono forse il massimo del fascino della pellicola. Portici con mucche in cerca d'appiglio, cani dispersi nell'acqua, in bilico su strutture in legno, che guardano in camera in cerca di aiuto. Un resoconto impressionante e un'esperienza visiva nonché formativa, significamente fuori dal comune, per uno spettacolo dalla durata inferiore ai novanta minuti che però si incolla tra i pensieri, meravigliando e impressionando contemporaneamente.

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