Il Cacciatore E La Regina Di Ghiaccio - La Recensione

Ci sono le influenze di "Frozen", "Games Of Thrones" e "Il Signore Degli Anelli" a donare nuove forze al franchise del cacciatore Chris Hemsworth, che dopo aver aiutato Biancaneve con il suo regno, eliminando la strega spietata di Charlize Theron, stavolta deve vedersela con la sorella Emily Blunt e la sua freddezza verso l'amore, particolarità che la contraddistingue anche nel potere magico che la rende minaccia.

Una storia che parte come prequel della pellicola di quattro anni fa per diventarne, in breve tempo, sequel vero e proprio, spiegando così anche il ritorno di una Theron imprescindibile che nuovamente, quando è in scena, ruba l'attenzione e spodesta tutti. Tuttavia non ruotano direttamente su di lei i conflitti di "Il Cacciatore E La Regina Di Ghiaccio", bensì intorno ad una Blunt ispirata spudoratamente alla Elsa della Disney che, ad un certo punto, sembra quasi una mancanza imperdonabile il non sentirla cantare Let It Go a squarciagola lungo la costruzione del suo regno di ghiaccio. A dispetto di quel personaggio animato, però, il suo potere e la sua malvagità non sono figlie della natura, ma di una delusione amorosa dalla quale è rimasta fortemente scioccata: l'uomo sposato di cui era innamorata infatti, dopo avergli donato una bambina, ha preferito uccidere quest'ultima piuttosto che lasciare la moglie e andare incontro al vissero per sempre felici e contenti che gli aveva promesso. Avvenimento che ha scatenato in lei una furia verso i sentimenti incontrollabile che, qualche anno più avanti, la spingerà ad allontanare e punire gravemente persino i suoi due più abili cacciatori, Hemsworth e Jessica Chastain, reclutati e addestrati secondo le sue ferree regole, sin da bambini, ma colpevoli di amarsi l'uno con l'altra e voler vivere insieme.

E' in ballo il riscatto dell'amore, quindi, nella pellicola diretta dall'esordiente Cedric Nicolas-Troyan (tecnico affermato degli effetti speciali visivi), sentimento che va a rappresentare un po', oltre che l'impulso principe, anche il lato umoristico e romantico di una favola fantasy poco ispirata e incisiva. Fare dello specchio di Biancaneve una sorta di anello di Frodo, aggiungere al cammino degli eroi quattro nani da battaglia e colpire l'immaginario dello spettatore con tracce sparse, legate agli ultimi successi del genere, del resto, non basta a rimettere in piedi un franchise zoppicante in partenza e in cui, sinceramente, somiglia a un impresa trovare collocazione e cenni di intraprendenza. Poteva essere un tentativo quello di concedere maggior autonomia allo scontro femminile tra sorelle, portare all'estremo la figura della strega (in questo caso raddoppiata) su cui molto si crede e si continua a spingere, ma sarà la volontà di attenersi a determinate regole, sarà il tentativo di fornire un prodotto abbastanza conforme alle aspettative, che alla fine, tirando le somme, di questo "Il Cacciatore E La Regina Di Ghiaccio" restano solo un buon primo colpo di scena e qualche risatina sparpagliata in lungo e in largo durante il cammino.

Se basteranno o meno per continuare a narrare le vicende del cacciatore Hemsworth noi non lo sappiamo, quello di cui siamo certi, comunque, è che vederlo qui, pettinato come al solito, con una lancia in mano che puntualmente tira contro i suoi nemici, più che convincerci ad abbracciare l'universo di Biancaneve, ci riporta a desiderare e a preferire quello targato Marvel, in cui fa più o meno le stesse cose, ma con un martello fedele e risultato e un gusto decisamente superiori.

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