E’ uno degli archetipi più classici visti al cinema, una formula che con le commedie si sposa benissimo, anche se ultimamente, ogni volta che viene riproposta, la sensazione è quella di chiedersi che cosa abbia ancora da dire. Una risposta che “Moglie E Marito” ha solo parzialmente, nel senso che senza entrare troppo in profondità, quello diretto da Simone Godano è un film che vorrebbe sostenere chiaramente – e potrebbe avere le sue ragioni – che se nel rapporto di coppia ci fosse la possibilità di percepire in maniera sensibile e da vicino le sensazioni e le emozioni dell’altro, forse, nascerebbero soluzioni valide per salvare relazioni e matrimoni alla deriva. Un pretesto a cui però in questo caso si cerca di dare il giusto peso, non caricandolo di troppe zavorre drammatiche, ma anzi alleggerendolo con la verve comica di due attori la cui straordinarietà in scena e alchimia sullo schermo diventano armi di distruzione di massa in grado di tirare fuori risate e situazioni assurde a profusione. Si imitano a vicenda allora Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak, si scambiano vezzi, gesticolazioni e camminate cercando - e riuscendoci - di non entrare mai nella macchietta, risultando costantemente credibili e dentro al gioco.

Perché per quanto sia bravo a limitarli, a tenerli a bada e a scioglierli “Moglie E Marito” è proprio sui cliché che si fonda e che intende operare, cliché che però nella sceneggiatura scritta da Giulia Steigerwalt hanno il pregio di non dare mai fastidio, di affacciarsi per venire modellati alla meglio e di essere affidati, fortunatamente, ai corpi e alla lucidità artistica di due interpreti che sanno mettere il film sulle loro spalle, portandolo a compimento privo di sbavature.
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