Cena Con Delitto: Knives Out - La Recensione

Knives Out Poster Ita
Lo hanno massacrato Rian Johnson.
Dopo aver scritto (e diretto) “Star Wars: Gli Ultimi Jedi” lo hanno letteralmente linciato e insultato, sui social e non solo, accusandolo di essersi preso troppe libertà all’interno di una saga che – secondo l’opinione dei fan – aveva binari di ferro a cui non serviva alcun tipo di manutenzione, né tantomeno di accrescimento. Lui, invece, quei binari aveva pensato (bene?) che fosse necessario – per dare uno scopo alla storia di Rey – andarli a rinnovare, svecchiarli: modificando un concept che altrimenti rischiava di perdere vitalità e restare sempre uguale a sé stesso.

Perché, in sostanza, è questo che diverte maggiormente uno come Johnson: prendere un genere, o un archetipo, e scoprire come poterlo ammodernare o cambiare, evitando di mettere il pubblico nuovamente di fronte alla medesima riproposizione di qualcosa che già conosce e che, quindi, sa perfettamente come andrà a finire (o ad evolversi). E che il regista (e sceneggiatore) sia un tipo audace, determinato e sicuro di sé, non lo capiamo unicamente da come abbia tentato di stravolgere un franchise sacro come quello di George Lucas, ma da come, nonostante la shitstorm ricevuta in seguito, abbia deciso di non arretrare neppure di un millimetro, rilanciando il suo credo attraverso una pellicola che punta a rinfrescare (e a omaggiare) un canovaccio tanto classico quanto usurato, come quello alla-Agatha-Christie. Ambizioni considerevoli già in fase di partenza, che “Cena Con Delitto: Knives Out” decide di alzare ulteriormente svelando quasi nell’immediato l’andamento dei fatti che hanno portato alla morte dell’anziano e ricco capofamiglia sulla quale è stato chiamato a indagare – misteriosamente – il detective di Daniel Craig: spostando, in questo modo, immediatamente la tensione su un secondo enigma, che per un po’ sembrerà tenere banco, salvo poi aprire le porte a una miriade di colpi di scena che andranno, addirittura, a mettere in discussione anche quella singola certezza che ormai pareva inamovibile.

Cena Con Delitto CraigUn prodigio di scrittura che conferma il talento di Johnson, mettendone a tacere finalmente ogni riserva. Per elaborare una trama così infatti – piena di ombre, di tranelli e di rovesci – è necessario che tu abbia masticato una enorme quantità di cinema, e che, dopo averla masticata, tu sia riuscito pure a digerirla, ad assorbirla e, infine, a comprenderla. Devi padroneggiare la materia, prima di assumerti la responsabilità di piegarla in base alle tue esigenze; di miscelarla con altri generi e, magari, scegliere di rivederne determinati tratti. In “Cena Con Delitto: Knives Out” Johnson riesce nell’impresa di intrattenere a più livelli, allestendo un thriller risolto (quasi) dal principio – ma in grado comunque di non perdere mai un minimo d’interesse – nel quale va a inserire una forte critica – non gratuita – alla società americana odierna, che sfrutta intelligentemente, poi, per poter entrare e uscire, a piacimento, tra le pieghe gustosissime della black-comedy.

Un lavoro complesso e ragionato, che il regista porta a compimento senza perderne il controllo e senza commettere sbavature. Complice un cast di grande livello e scrupolosamente dedito alla causa, nel quale spicca – per via del ruolo – la bellissima e bravissima Ana De Armas, sventurata regina di un Cluedo assai tagliente e ingarbugliato.

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