I suoi film, in pratica, né mi piacciono e né non mi piacciono. Solitamente li trovo simili a dei compitini ben svolti, ma puntualmente privi di quel quid in più, o di quel guizzo registico in grado di restituire a ogni storia il carattere che si merita.
E con questi presupposti ho approcciato anche “Cyrano”: il suo musical ispirato, chiaramente, al Cyrano de Bergerac, la cui sostanziale differenza con l’opera originale è che stavolta non è il lunghissimo naso a intralciare l’amore del protagonista per Roxanne, bensì l’essere affetto da nanismo. Una modifica che, in sostanza, cambia zero in termini di fedeltà alla trama e che in più ci consente di avere come protagonista un Peter Dinklage a dir poco strepitoso e, forse, mai così bravo. Quando è in scena la differenza è notevole e quando manca lascia un vuoto, tant’è che Wright si aggrappa a qualsiasi pretesto pur di tenerlo il più possibile dentro l’inquadratura. La sua intensità, la sua espressività è almeno dieci spanne avanti rispetto al resto del cast, che – va detto – si spreme anima e corpo pur di stargli dietro, sebbene la lotta sia impari. Ce ne rendiamo conto, togliendoci il dubbio, quando Christian prova a riconquistare l’amore di Roxanne presentandosi sotto al suo balcone, girando a vuoto con le parole, finché Cyrano non corre in suo soccorso sistemando la situazione. In quel momento la pellicola raggiunge il suo picco assoluto, azzeccando ritmo, inquadrature, toni. E l’impressione è che a raggiungere il picco assoluto, in quel momento, sia addirittura il cinema di Wright-tutto, il quale per un attimo sembra elevarsi dal solito compitino, intercettando un quid in più e quel guizzo registico in grado di restituire alla storia il carattere che si merita.
La chiusa tra Cyrano e Roxanne meritava un pathos superiore, un commiato più appassionante, su questo non ci piove.
E l’aver mancato tale appuntamento, specie in un’occasione ghiotta come questa, per Wright equivale un po’ ad aver sbagliato un gol a porta vuota. Un gol che certi registi non dovrebbero sbagliare mai. A meno che non si accontentino del compitino.
Trailer:
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