Nope - La Recensione

Nope Poster Film

Un blockbuster mainstream che non ha alcun interesse (diretto) a sporcarsi le mani con questioni razziali, con problematiche socio-economiche e con la politica in generale, da uno come Jordan Peele, proprio, non te lo aspetti.
Eppure in “Nope”, il regista di “Get Out: Scappa” e di “Noi” sembra voglia finalmente scrivere e dirigere un film per gli spettatori – nel senso più ampio del termine – e che voglia farlo dando fondo alla sua immaginazione, omaggiando anche quel cinema di fantascienza che, evidentemente, apprezza e che lo (e ci) affascina.

Se c’è una cosa che non nasconde, infatti, sono i riferimenti a “Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo” – quindi Spielberg – e la strizzatina d’occhio a “Signs”: perché un pochino Peele a Shyamalan e al suo modo di stupire e di costruire storie ci guarda, eccome (e di rimbalzo entrambi portano il santino di Hitchcook nel portafogli). Fantascienza e horror(?), allora. Con una spolverata di thriller che, ovviamente, in certi casi non guasta, anzi. “Nope” è senza ombra di dubbio il lavoro più regolare, più ordinato e nitido che il suo autore abbia mai partorito. La trama è chiarissima: morto il padre in circostanze a dir poco assurde – una monetina gli è piovuta in testa dal cielo a velocità supersonica – un fratello e una sorella devono evitare il crollo finanziario tenendo in piedi il ranch di famiglia e mandando avanti il business di cavalli prestati al mondo del cinema, pur non avendone esattamente la stoffa (e le competenze). I conti non tornano, gli affari saltano, ma per fortuna (?) c’è un dubbio a fungere da speranza a cui aggrapparsi: forse gli oggetti piovuti dal cielo – tra cui la moneta – il giorno della morte del loro padre, non venivano da un incidente aereo, ma da qualcos’altro.
Qualcosa di misterioso e, probabilmente, responsabile dei ripetuti sbalzi di tensione presenti nella zona.

Nope Peele

Si prende il suo tempo, Peele, prima di spingere sull’acceleratore e rivelarci dove voglia andare a parare (premetto di non aver visto il trailer e letto nulla sulla trama, in anticipo). Tempo in cui semina parecchio, alza la curva delle ambizioni e crea aspettative che, onestamente, toccherà allo spettatore – in forma soggettiva – giudicare, poi, se essere state rispettate, o meno. Perché “Nope” – contrariamente alla sua natura – è uno di quei film che tende a spaccare, a dividere, a rielaborare i suoi generi di riferimento, nel tentativo di istituirgli più freschezza, ma col contraccolpo di un’esperienza che qui rischia (volontariamente?) di apparire meno intensa e coinvolgente. L’assenza di tensione; di un’inquietudine che non arriva a bussare alla porta, neppure a puzzle completato, è un fattore palese e determinante nell’economia dello spettacolo. Ed è rammaricante accorgersi che l’unico momento in cui sentiamo davvero un brividino lungo la schiena, sia per via di un falso allarme, di una presa in giro: disinnescata, forse, troppo velocemente per mettere in chiaro l’assenza e il ripudio verso qualunque tipo di stereotipo.

Persino quello classico, il più atteso.
Legato all'aspetto della cosa misteriosa che diventa per i protagonisti l’oro da rincorrere per poter salvare baracca e burattini. Quella cosa che per circa due ore ha giocato a rimpiattino e che tutti avremmo voluto vedere assumere delle sembianze in linea con quel che rappresenta.
Ma anche qui, Peele, non ci da lo zuccherino, peccando un tantino di presunzione e perdendo, secondo chi scrive, l’occasione di realizzare il blockbuster mainstream degno di nota che tanto voleva.

Trailer:

Commenti

  1. Il film non mi è piaciuto al di là di riferimenti, messaggi, riflessioni o altro. Leva tutto questo non resta nulla, molto noioso la prima ora, due attori che non mi hanno comunicato niente, anzi direi nessuna empatia. I dialoghi assurdi, troppo finto intellettuale/sociale, una grande delusione. Non basta leggere recensioni positive con spiegazioni di metafore o riferimenti per rivalutare un film e cambiare improvvisamente opinione, se è pur vero che il tempo può aiutare a rivalutare un film che per varie ragioni alla prima visione non avevi apprezzato, è pur vero che l'apprezzamento dovrebbe andare a una visione personale e quello che ti ha lasciato, in soldoni: ti è piaciuto il film o le spiegazioni di altri? Non parlo di te, chiaro, ma di quanto leggo in giro, un pubblico deluso che improvvisamente legge pareri altrui e si ricrede.... boh, io la chiamerei un'ipnosi collettiva 😁
    Pare che i riflettori si siano un po' concentrati su questo regista, si è creato un tam tam pubblicitario ad hoc ma le aspettative dal mio punto di vista sono state deluse. Nota di merito invece per il comparto tecnico: fotografia e sonoro, chapeau!

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