Super - La Recensione

Il supereroe è colui che sceglie di combattere il crimine. Non importa se abbia o meno dei poteri speciali ma soltanto quale sia lo scopo delle sue azioni (Non è tanto chi sei, quanto quello che fai, che ti qualifica - diceva Rachel a Bruce Wayne in “Batman Begins”). Tecnicamente, allora, la strada del supereroe è percorribile da chiunque, non serve aspettare che un ragno geneticamente modificato venga a morderti il collo o che un cattivo assoluto si faccia avanti. La malvagità esiste, basta solo guardarsi intorno.

Proprio quello che fa Frank (Rainn Wilson), il protagonista di “Super”, quando un trafficante di droga (un Kevin Bacon sempre più a suo agio nel ruolo del villain), insieme alla sua cricca, gli porta via la cosa migliore della sua vita (a parte la soddisfazione di aver aiutato un poliziotto ad acchiappare un ladruncolo): la moglie Sarah (Liv Tyler). La reazione all'accaduto lo porta a fare i conti con la propria esistenza e, passando anche tra i ricordi di una sfortunatissima infanzia, a non trovare altra strada tranne perdere il controllo, rivolgersi a Dio e inventarsi “Crimson Bolt”, la versione coraggiosa di sé stesso. Così, armato di uniforme rossa cucita a mano e di grossa chiave inglese, inizia le sue ispezioni nei luoghi più loschi della città, assaltando violentemente piccoli spacciatori, pedofili e ladri di ogni genere e affermandosi, suo malgrado, come psicopatico più ricercato del quartiere. Ciò gli faciliterà l’incontro con la giovane Libby (Ellen Page), la commessa di un negozio di fumetti, che lo aiuterà a non mollare nel momento più difficile e, tramite una forzata collaborazione, a formare la nuova coppia di (anti)eroi (Crimson Bolt e Boltie).

Realizzato con un imprescindibile stampo fumettistico, "Super" si sviluppa in modo intelligente e affascinante guadagnando continuamente ritmo e grottesche risate fino a calarsi abilmente in un finale dal sapore dolceamaro ma necessario per regalare alla pellicola il giusto valore di opera di lustro e onore (ottimo il monologo finale del protagonista).
Oltre a mostrare un Rainn Wilson molto a suo agio nel ruolo dell'emarginato in lotta con se stesso e il mondo intero, fa sentire pesantemente la sua presenza anche una Ellen Page decisamente fuori di testa e, per la prima volta, incredibilmente sexy (merito del costume?). La sua Boltie è un fulmine a ciel sereno. Viene presentata più volte come una ventenne comune e assai curiosa per poi trasformarsi repentinamente in assetata killer psicopatica e in cerca di adrenalina e giustizia. Un'altra interpretazione fantastica per la Page, attrice meravigliosa che sta creandosi, in tempi da record, una carriera e una reputazione straordinaria.

Ma il film di James Gunn (regista e sceneggiatore) non vuole essere solamente una parodia lontanamente paragonabile a “Kick-Ass” (anche qui un uomo ordinario diventa supereroe in un mondo reale). La sua potenza, infatti, non si limita a ciò. Bensì alla caratterizzazione squilibrata di due protagonisti entrambi accomunati da una grossa linea di enorme pazzia. La stessa che se non fosse riuscita a trovare sfogo in qualche stramba attività come quella intrapresa, li avrebbe condotti inesorabili a una consecutiva autodemolizione, in questo modo sventata dal ritrovamento di se stessi e da una pace interiore nei confronti della vita.

Insomma, visto che ultimamente capita sempre più spesso di dover parlare di supereroi, diventa opportuno segnalare questo piccolo film, magari sconosciuto e inosservato ma in confronto agli altri grandissimi giocattoloni continuamente sbattuti in faccia attraverso il cinema mainstream, diventa decisamente una vera e propria boccata di aria fresca. Usare il termine SUPER per evidenti motivi sarebbe troppo semplice e azzardato ma dare a Cesare quel che è di Cesare credo sia cosa giusta e buona.

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