
Sebbene non è possibile parlare di prodotto Burtoniano di razza, la scelta di aver attinto alla serie televisiva anni sessanta creata da Dan Curtis, con omonimo titolo, si dimostra in brevissimo tempo brillante e azzeccata per il regista di "Edward Mani di Forbice". La rappresentazione della famiglia Collins infatti si incanala alla perfezione coi modelli anticonvenzionali a cui Burton ha sempre fatto riferimento nelle sue storie e l’avere a disposizione questa volta un protagonista vampiro non sembra mai deviarlo nella possibilità di cadere in dei facili stereotipi. Perché il Barnabas di Johnny Depp è un vampiro atipico, maledetto, indaffarato dal suo unico scopo di restituire al cognome della sua famiglia la fama e lo splendore avuti un tempo e adesso perduti. Così, il ricongiungimento del "mostro" alla sua stirpe avvia confronti tra generazioni e creature, originando oltre a un piacevole humour di fondo anche una serie di contrasti tra mostro e uomo dove è sempre il mostro ad uscire più umano dell'essere umano stesso mentre l'essere umano è costretto a emergere nella sua massima sete di potere, avidità e impudenza, risultando, paradossalmente, creatura temibile e pericolosa.

Insomma, “Dark Shadows” sa rendersi senza alcun dubbio meritevole di essere visionato, porta in sé moltissimo degli elementi distintivi del suo regista e conosce abbastanza bene i metodi per intrattenere senza fatica. Tim Burton si riscopre a suo agio in delle vesti che aveva temporaneamente accantonato, non sarà ai suoi massimi splendori eppure rimane comunque un gran bel vedere.
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