L'Amore è Imperfetto - La Recensione

Il romanzo "L'Amore è Imperfetto" di Francesca Muci progredisce dalla carta stampata allo schermo senza staccarsi dalle mani della sua stessa autrice, e segnando, pertanto, il suo esordio al cinema sia da sceneggiatrice che da regista.

La storia è quella di Elena, donna trentacinquenne ingannata dalla favola dell’amore e rimasta delusa a tal punto da avergli chiuso le porte. In un giorno qualunque però l'incontro con il maturo Ettore e l'appena maggiorenne Adriana - avvenuto tramite incidente di quest'ultima - risveglia in lei dei sentimenti, erotici e sentimentali, che da troppo tempo parevano essere assopiti.

E' una storia tutta al femminile "L'Amore è Imperfetto" lo si capisce dalla mano presente dietro la macchina da presa ma soprattutto dal corpo e dal viso della straordinaria Anna Foglietta onnipresenti in ogni fotogramma della pellicola. Francesca Muci si attacca morbosamente addosso alla sua protagonista e con flusso narrativo compassato e mai stancante ne sviscera in crescendo la storia alternandola su due piani temporali interrogati ad esaminarne passato e presente. Ma attraverso gli sbalzi legati alla vita di Elena, l'attrattiva in realtà si sposta per andare a toccare territori molto più estesi, arrivando gradualmente a fronteggiare i problemi relativi alla crisi sessuale ma soprattutto sociale che stiamo vivendo profondamente al giorno d’oggi.

Il personaggio di Elena infatti non è l’unico a vivere una condizione di disagio e ad esplorare, stordito, le possibilità che il caso gli pone sotto mano. Tutti i personaggi appaiono vittime della difficoltà di comprensione verso loro stessi e verso gli altri e impacciati si muovono disordinatamente nel mondo alla ricerca ansiosa di risposte. Tuttavia “L’Amore è Imperfetto” non cerca assolutamente di mettere ordine o di trovare soluzione a questa decadenza, la missione della Muci è più vicina a quella di conseguirne una positiva accettazione, vivere le esperienze come possibilità, lasciarsi andare affinché diventi più semplice sperimentare (e sperimentarsi), e comprendere, magari, in questo modo la strada giusta e la persona con cui percorrerla, poco importa se fino al traguardo o solo per un pezzo.

Decisamente un ottimo esordio per il cinema italiano e non solo per le tematiche affrontate dalla pellicola e per il modo autoriale con cui riesce ad elevarsi fino a centrare quasi pienamente il bersaglio preposto. Lo stupore maggiore viene dalla bravura che emerge da parte della Muci nel saper dirigere gli attori. Oltre alla scoperta di una immensa e naturalissima Anna Foglietta - la quale potrebbe vantare solo con questo film un curriculum vitae vincente - ogni singolo attore presente in scena fornisce una performance credibile e impeccabile, una virtù che nei film nostrani ultimamente è sempre meno frequente.

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