Giovane e Bella - La Recensione

Con un incipit a dir poco sintetico e svigorito François Ozon racconta il sesso moderno servendosi del corpo da femme fatale di una ragazzina minorenne che, perduta la verginità con algido disinteresse, inizia a prostituirsi all'insaputa della famiglia.

"Giovane e Bella " è decisamente un lavoro meno scavato di quanto ci si potesse aspettare dal regista francese, ha voglia di manifestare quanto il sesso abbia perduto oggi l'inibizione di un tempo e lo fa raccontandolo nelle sue forme più disparate: atteso, scoperto, pagato e venduto. Mette quindi l’amore all'angolo, sconfitto dal metro di giudizio dell’eccitazione di sentirsi ripetutamente desiderati che per la protagonista assume un valore più alto e duraturo di qualsiasi altro.

Ozon lascia allora che il pubblico diventi voyeurista di questa libera scelta, lo alterna con l’altro voyeurista attivo del film, il fratellino più piccolo della protagonista, il quale spia e pende dalle labbra della sorella aspettandola di nascosto in camera affamato di informazioni e scoperte relative a una materia sulla quale ha appena iniziato ad affacciarsi. L’aspetto di Lea (questo il nome con cui ama farsi chiamare sul lavoro) e le sue avventure con gli uomini più disparati si fa allora contenitore seducente di una pellicola piuttosto fredda, che si ghiaccia ancor di più nel momento in cui la morte accidentale di un anziano cliente durante l’amplesso sdogana pubblicamente in casa la sua attività segreta che da quel momento subirà arresto e terapia psicologica.

Resta decisamente una pellicola attraente "Giovane e Bella " - almeno a livello estetico - la sensualità e la bellezza di Marine Vacth aiutano senz'altro a coprirne determinate mancanze di contenuti e scrittura che inevitabilmente però si fanno attendere al varco quando costrette a venire a galla con lo scioglimento degli eventi. Come la sua protagonista infatti la storia lascia piuttosto insoddisfatti, trascina e stimola per accennare a dei messaggi che tuttavia accarezza e basta, senza mai spogliarli completamente, rendendo così piuttosto vano il tentativo di un film che si dimentica facilmente, o quasi.

Ozon tiene viva la grande esperienza di narratore di cui è padrone, fa procedere la sua storia con un ritmo insistente e piacevole, ci sistema invisibili sulle tracce di una ragazza borghese incapace di amare e di sentirsi amata. Eppure ciò non è sufficiente a salvare “Giovane e Bella ” dall'inconsistenza che lo circonda, stavolta al regista è mancato il saper cogliere lesto la meta del giro, la stessa in grado di lasciare lo spettatore con qualcosa da portarsi dietro e che eviti di farlo tornare a casa ne impoverito e ne arricchito dalla visione, come invece ahinoi accade.

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