Lo avevamo lasciato nel suo esercizio di stile François Ozon, con quel "Giovane e Bella" scarno di contenuti e passione eppure leggero ed attraente, sorretto da una protagonista che, almeno fino a un certo punto, con il suo corpo ed il suo viso si dimostrava abile a foderare quelle mancanze che inevitabilmente nella sceneggiatura esistevano e, alla lunga, uscivano fuori.
Trucchi che sicuramente non fanno parte del suo nuovo e ultimo lavoro, il libero adattamento di una storia breve di Ruth Rendell, inizialmente pensato come corto ma poi riposto nel cassetto, ripreso e arricchito fino a divenire un lungometraggio.
Gestazione che tuttavia non ha permesso a "Una Nuova Amica" di maturare a sufficienza ed imporsi come probabilmente avrebbe voluto (o dovuto), offrendosi al suo pubblico in una veste leggera e fin troppo comoda, peraltro in netta contrapposizione con le premesse hitchcockkiane che lo avevano accompagnato e sorretto (almeno qui, in Italia). Di Ozon - il vero Ozon - è possibile udire solo gli echi infatti in questo script frettoloso e antipatico, i vaghi pensieri e ideali di un autore curioso e intrigante, improvvisamente avvolto da cliché, forzature e sterzate scontate, con cui condisce in maniera eccessiva ed errata un prodotto assai più idoneo ad una serata televisiva piuttosto che ad una sala cinematografica.
E' molto meno di quel che promette infatti la sua sceneggiatura, incentrata per niente su mistero e thriller, e totalmente intenzionata a scavare nel profondo psicologico più nascosto dei due protagonisti: quello maschile affidato a Romain Duris e quello femminile impersonato da Anaïs Demoustier, due entità che, in modo diverso, non hanno mai abbracciato e riconosciuto pienamente il loro vero essere e le loro inclinazioni.
Sono le figure di Claire e David allora i veri luoghi di interesse di "Una Nuova Amica", rispettivamente migliore amica e marito della Laura scomparsa prematuramente e di cui assistiamo al funerale nei titoli di testa. Il compito di Ozon è quello di raccontare attraverso la piena accettazione della transessualità di David, la (ri)scoperta della femminilità di una donna attratta dal suo stesso sesso fin dall'età della sua adolescenza, quando consapevole dei rischi che avrebbe incontrato lungo il cammino, decise velocemente di sopprimere quelle che potevano essere pulsioni pericolose, imponendosi l'ordinario. Il tentativo di spogliare la personalità di Claire di riflesso, mettendo sempre al centro il personaggio fintamente più interessante di David, è forse l'unica freccia meglio affilata che la pellicola ha a sua disposizione e con la quale, pur non mettendo a segno un gran colpo, Ozon lancia almeno un segnale di non totale assenza, che più o meno è la sensazione principale che ci assale durante la visione.
Il pensiero che "Giovane E Bella" fosse solo un passo falso era stato a questo punto fin troppo positivo, poiché con "Una Nuova Amica" Ozon introduce il dubbio che stia attraversando una reale crisi artistica e creativa. Qualsiasi fossero le intenzioni, i buoni propositi e le aspirazioni che lui avesse per questo nuovo progetto, per quanto onorabili e difendibili, è ovvio che la conclusione sia tutt'altro che soddisfacente.
Trailer:
Trucchi che sicuramente non fanno parte del suo nuovo e ultimo lavoro, il libero adattamento di una storia breve di Ruth Rendell, inizialmente pensato come corto ma poi riposto nel cassetto, ripreso e arricchito fino a divenire un lungometraggio.
Gestazione che tuttavia non ha permesso a "Una Nuova Amica" di maturare a sufficienza ed imporsi come probabilmente avrebbe voluto (o dovuto), offrendosi al suo pubblico in una veste leggera e fin troppo comoda, peraltro in netta contrapposizione con le premesse hitchcockkiane che lo avevano accompagnato e sorretto (almeno qui, in Italia). Di Ozon - il vero Ozon - è possibile udire solo gli echi infatti in questo script frettoloso e antipatico, i vaghi pensieri e ideali di un autore curioso e intrigante, improvvisamente avvolto da cliché, forzature e sterzate scontate, con cui condisce in maniera eccessiva ed errata un prodotto assai più idoneo ad una serata televisiva piuttosto che ad una sala cinematografica.
E' molto meno di quel che promette infatti la sua sceneggiatura, incentrata per niente su mistero e thriller, e totalmente intenzionata a scavare nel profondo psicologico più nascosto dei due protagonisti: quello maschile affidato a Romain Duris e quello femminile impersonato da Anaïs Demoustier, due entità che, in modo diverso, non hanno mai abbracciato e riconosciuto pienamente il loro vero essere e le loro inclinazioni.
Sono le figure di Claire e David allora i veri luoghi di interesse di "Una Nuova Amica", rispettivamente migliore amica e marito della Laura scomparsa prematuramente e di cui assistiamo al funerale nei titoli di testa. Il compito di Ozon è quello di raccontare attraverso la piena accettazione della transessualità di David, la (ri)scoperta della femminilità di una donna attratta dal suo stesso sesso fin dall'età della sua adolescenza, quando consapevole dei rischi che avrebbe incontrato lungo il cammino, decise velocemente di sopprimere quelle che potevano essere pulsioni pericolose, imponendosi l'ordinario. Il tentativo di spogliare la personalità di Claire di riflesso, mettendo sempre al centro il personaggio fintamente più interessante di David, è forse l'unica freccia meglio affilata che la pellicola ha a sua disposizione e con la quale, pur non mettendo a segno un gran colpo, Ozon lancia almeno un segnale di non totale assenza, che più o meno è la sensazione principale che ci assale durante la visione.
Il pensiero che "Giovane E Bella" fosse solo un passo falso era stato a questo punto fin troppo positivo, poiché con "Una Nuova Amica" Ozon introduce il dubbio che stia attraversando una reale crisi artistica e creativa. Qualsiasi fossero le intenzioni, i buoni propositi e le aspirazioni che lui avesse per questo nuovo progetto, per quanto onorabili e difendibili, è ovvio che la conclusione sia tutt'altro che soddisfacente.
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