Money Monster: L'Altra Faccia Del Denaro - La Recensione

Nel periodo in cui la digitalizzazione ha inglobato l'economia, avere un esperto di informatica, hacker magari, in famiglia male non farebbe. Il problema però è che non tutti possiamo trasformarci in Elliot Alderson, e se i poteri forti che muovono il denaro decidono di affossare i piccoli investitori, e quei piccoli investitori siamo noi, per farsi sentire è più facile recuperare una pistola, dell'esplosivo e sequestrare un edificio, piuttosto che starsene a casa davanti a un computer e fargliela pagare con gli interessi.

Del resto - come dice giustamente il giovane, coraggioso e disperato Kyle Budwell di "Money Monster: L'Altra Faccia Del Denaro" - il governo non fa assolutamente nulla per tutelare la povera gente, accetta giustificazioni come glitch, algoritmi, flessioni fisiologiche, fornite da un amministratore delegato qualsiasi, per girare la testa dall'altro lato e non guardare in faccia lo stillicidio generale. Per non parlare poi dei programmi dedicati al tema, che prendono poco sul serio la questione finanza e i numerosi ascolti e, anziché fare giornalismo, si limitano al trash, prostrandosi alle società quotate in borsa e proferendo al loro pubblico notizie non attendibili, giunte direttamente dalla fonte che ha intenzione di intercettare nuovi polli da spennare legalmente. Un meccanismo, insomma, oliato alla perfezione, tendenzialmente efficace, almeno fino a quando non ti capita a tiro il disperato di turno che, perso ogni centesimo risparmiato, decide di andare controcorrente e reagire, prendere in ostaggio l'intero studio del programma che lo ha indotto all'imbroglio e chiamare all'appello il responsabile della società che gli ha portato via i soldi, per affrontare di petto quella questione sulla trasparenza, continuamente citata, ma troppo spesso opacata. Già, perché al Budwell della pellicola non interessano più i suoi sessantamila dollari andati in fumo, non vuole neppure che gli siano pagati i danni con gli interessi, è consapevole che il suo gesto non lo porterà ad uscire da quella situazione sulle proprie gambe, ma per lui, l'importante, è riuscire a puntare più luce possibile negli occhi di chi si prende gioco dei più deboli senza mai uscire allo scoperto.

Il cittadino comune che si sostituisce allo Stato, al giornalismo e a qualsiasi figura esistente che dovrebbe tutelarlo ed assisterlo. E' su questa facciata che lo sguardo della Jodie Foster regista tende a cadere, dunque, su un mondo allo sbando in cui lo spettacolo regna sovrano, la morale scarseggia e il capitalismo morde stretto alle caviglie, sbranando, se necessario, chiunque tenti di ostacolarlo. E in questo mondo - che poi non è altro che quello esistente - il vero glitch è una persona come Kyle, ovvero colui che la smette di abbassare la testa, e goffamente decide di andare a riscattarsi i diritti che, secondo lui, gli sono stati violati, servendosi della collaborazione delle telecamere e del panico, come fossero addizione perfetta per centrare l'obiettivo e conquistare la punta di una piramide altrimenti irraggiungibile. Così facendo "Money Monster: L'Altra Faccia Del Denaro" supera i suoi propositi di thriller adrenalinico e serrato, estendendo il raggio d'azione verso un territorio più specifico e circoscritto, in cui lavora benissimo di tensione e di carisma, dimostrando tuttavia di tenere particolarmente a tirare delle somme su una questione che non può esaurirsi completamente al termine del suo conflitto principale.

Pur essendo un prodotto costruito in maniera mainstream, con delle regole solide e precise, lontane da modelli di cinema più ricercati, infatti, nella sceneggiatura di Jamie Linden, Alan DiFiore e Jim Kouf è ben piantata una dose di pessimismo estremo, simbolicamente cruciale, dalla quale è complicato non lasciarsi colpire e pure affondare. Colpa di un mancato martirio, per certi versi scontato, che brutale svanisce di colpo facendoci uscire dalla sala un po' sofferenti ed allarmati. Disorientati, più che altro, da un brusco capovolgimento che non avevamo minimamente calcolato o previsto.

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