Se l’è meritata Paolo Virzì la chiamata oltreoceano.
Quella che per i registi italiani non è affatto scontata, che quando arriva significa aver fatto un lavoro ottimo, essere diventati grandi e, in quanto tali, obbligati quindi ad accettare un viaggio tanto incredibile quanto sfidante. Che poi, alla fine, di questo si tratta: di mollare il certo, il conosciuto e l’ordinario per quello che cinematograficamente parlando è un salto nel vuoto, un rischio da correre. Perché un conto è fare cinema in Italia e, senza pretese, farsi piacere all’estero, un conto è andare in America e non deludere le aspettative.
Sarà stata questa riflessione, forse, a spingere Virzì ad entrare in questa esperienza leggermente in punta di piedi, con l’atteggiamento di chi vuole restare fedele a sé stesso, ma con prudenza; cogliendo, si, l’opportunità a disposizione, ma rischiando il giusto. In “Ella & John: The Leisure Seeker” infatti la sua personalità si percepisce e a tratti si visualizza, eppure sembra sempre che cerchi di non alterare il pilota automatico di due enormi attori come Helen Mirren e Donald Sutherland, protagonisti assoluti di un viaggio on-the-road bischero e pericoloso, affrontato un po’ per pazzia, un po’ per bisogno, nel corso di una terza età diretta al tramonto. Una fuga, in pratica, che non può non ricordare la precedente, altrettanto pazza e altrettanto irresponsabile, che Virzì fece fare a Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, che con Ella e John condividono senza dubbio l’ostinato amore nei confronti di una vita che intendono spremere nella sua essenza, fino all’ultima goccia residua.
Poi, certo, essendo coniugi, a renderli ancor più complici e intimi c’è quell’amore reciproco e incondizionato che dall'altra parte non c'era (perlomeno non così indissolubile); quello che si costruisce lungo la strada percorsa, non con il camper o con la macchina, ma mano nella mano, e che ti permette di trovare le forze, quando l’altro è in difficoltà, per non abbandonarlo a sé stesso, caricandotelo, se necessario, sulle spalle sino alla meta che avevate deciso di raggiungere e contemplare.
Perché a Virzì, magari, gli puoi imputare di essere moderato in personalità, di aver diretto una storia andando incontro più ai canoni americani che a quelli delle sue corde, ma guai a contestarlo sotto l’aspetto della sensibilità, perché quello davvero non potrebbe eclissarlo neppure sotto tortura. Sono i piccoli gesti, gli sguardi, alcune battute dolcissime e che – quelle si – sanno essere inconfondibili e identificabili all’istante, allora, a permetterci di riconoscere la sua mano in “Ella & John: The Leisure Seeker”, momenti contati, brevi probabilmente, però sufficienti abbastanza per farci emozionare, seppur un pizzico e appena, appena. E ciò che sorprende di più è che questi non avvengano mai in maniera scontata, mai con l’intenzione di approfittarsi di una tematica che avrebbe potuto concedere, in tal senso, terreno fertilissimo e ricattatorio, ma sempre privilegiando, invece, la spontaneità e il desiderio di rendere autentica una storia d’amore romantica e eterna.
Del resto i primi ad essere autentici, romantici ed eterni sono propio Ella e John, che resistono al tempo, lo provocano e lo rimpiangono, all’interno di una vacanza nella quale vogliono sentirsi ancora giovani pur non rinnegando la tremenda vecchiaia che li affligge e li distrugge giorno dopo giorno. Vogliono celebrare la vita, loro, pur consapevoli che, ormai, la giovinezza e la gioia delle foto di famiglia sono solo un ricordo malinconico e lontano, uno di quelli che vale la pena rivedere e riassaporare, ma che non basta, tuttavia, a reintegrare la vitalità perduta.
Trailer:
Quella che per i registi italiani non è affatto scontata, che quando arriva significa aver fatto un lavoro ottimo, essere diventati grandi e, in quanto tali, obbligati quindi ad accettare un viaggio tanto incredibile quanto sfidante. Che poi, alla fine, di questo si tratta: di mollare il certo, il conosciuto e l’ordinario per quello che cinematograficamente parlando è un salto nel vuoto, un rischio da correre. Perché un conto è fare cinema in Italia e, senza pretese, farsi piacere all’estero, un conto è andare in America e non deludere le aspettative.
Sarà stata questa riflessione, forse, a spingere Virzì ad entrare in questa esperienza leggermente in punta di piedi, con l’atteggiamento di chi vuole restare fedele a sé stesso, ma con prudenza; cogliendo, si, l’opportunità a disposizione, ma rischiando il giusto. In “Ella & John: The Leisure Seeker” infatti la sua personalità si percepisce e a tratti si visualizza, eppure sembra sempre che cerchi di non alterare il pilota automatico di due enormi attori come Helen Mirren e Donald Sutherland, protagonisti assoluti di un viaggio on-the-road bischero e pericoloso, affrontato un po’ per pazzia, un po’ per bisogno, nel corso di una terza età diretta al tramonto. Una fuga, in pratica, che non può non ricordare la precedente, altrettanto pazza e altrettanto irresponsabile, che Virzì fece fare a Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, che con Ella e John condividono senza dubbio l’ostinato amore nei confronti di una vita che intendono spremere nella sua essenza, fino all’ultima goccia residua.
Poi, certo, essendo coniugi, a renderli ancor più complici e intimi c’è quell’amore reciproco e incondizionato che dall'altra parte non c'era (perlomeno non così indissolubile); quello che si costruisce lungo la strada percorsa, non con il camper o con la macchina, ma mano nella mano, e che ti permette di trovare le forze, quando l’altro è in difficoltà, per non abbandonarlo a sé stesso, caricandotelo, se necessario, sulle spalle sino alla meta che avevate deciso di raggiungere e contemplare.
Perché a Virzì, magari, gli puoi imputare di essere moderato in personalità, di aver diretto una storia andando incontro più ai canoni americani che a quelli delle sue corde, ma guai a contestarlo sotto l’aspetto della sensibilità, perché quello davvero non potrebbe eclissarlo neppure sotto tortura. Sono i piccoli gesti, gli sguardi, alcune battute dolcissime e che – quelle si – sanno essere inconfondibili e identificabili all’istante, allora, a permetterci di riconoscere la sua mano in “Ella & John: The Leisure Seeker”, momenti contati, brevi probabilmente, però sufficienti abbastanza per farci emozionare, seppur un pizzico e appena, appena. E ciò che sorprende di più è che questi non avvengano mai in maniera scontata, mai con l’intenzione di approfittarsi di una tematica che avrebbe potuto concedere, in tal senso, terreno fertilissimo e ricattatorio, ma sempre privilegiando, invece, la spontaneità e il desiderio di rendere autentica una storia d’amore romantica e eterna.
Del resto i primi ad essere autentici, romantici ed eterni sono propio Ella e John, che resistono al tempo, lo provocano e lo rimpiangono, all’interno di una vacanza nella quale vogliono sentirsi ancora giovani pur non rinnegando la tremenda vecchiaia che li affligge e li distrugge giorno dopo giorno. Vogliono celebrare la vita, loro, pur consapevoli che, ormai, la giovinezza e la gioia delle foto di famiglia sono solo un ricordo malinconico e lontano, uno di quelli che vale la pena rivedere e riassaporare, ma che non basta, tuttavia, a reintegrare la vitalità perduta.
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