La Prima Notte Del Giudizio - La Recensione

La Prima Notte Del Giudizio Poster
E’ un po’ come la storia di quello che ha sempre mangiato con le mani e un giorno si ritrova a tavola a dover fare i conti con le posate. Le prende, le osserva, comincia a capire come si usano, ma poi le butta a terra e ancora con le mani decide di mangiare.
L’unico problema è che - per quanto mangiare con le mani possa avere un suo perché, in termini di divertimento - in “La Notte Del Giudizio” cominciare a mettere un minimo di ordine, equilibrio e ricercatezza era decisamente necessario; uscire da quello schema ormai scarico, rovesciato e monotono era l’unica via disponibile per continuare a dare un senso a tutta l’operazione, e stando alle premesse ostentate da questo prequel e quarto capitolo la cosa non era solo una nostra impressione.

Perché è impossibile non immaginare che la sceneggiatura scritta da James DeMonaco (regista e sceneggiatore dei primi tre film della saga) non sia stata influenzata nemmeno un poco dal momento storico che stiamo vivendo; è impossibile non dare neppure per scontato che se - in questa storia - a essere stata scelta come test dell'esperimento - sui quali esiti verrà stabilito se la famosa Notte Del Giudizio vada approvata oppure no - è un'isola abitata per la quasi totalità da neri appartenenti tutti al sottoproletariato e quindi poveri o poverissimi - tranne dei rari casi dove chi spaccia droga spicca per via di una ricchezza fuori luogo - qualche messaggio o sottotesto da cogliere e su cui ragionare deve pur esserci. Del resto ci troviamo – almeno sulle prime – di fronte al capitolo più politico e impegnato del franchise, l’unico con un prologo in cui vengono citati la crisi economica del 2008, il successivo aumento della povertà, la morte ufficiale del Sogno Americano e l’arrivo su piazza dei Nuovi Padri Fondatori che, di fatto, cavalcando l'onda del malcontento, riescono a rottamare il partito Repubblicano e quello Democratico, salendo al governo con in pugno speranze di rivoluzione.

La Prima Notte Del Giudizio FilmLa stesse speranze di rivoluzione inviate da “La Prima Notte Del Giudizio” non appena stende tutta questa, inedita, carne al fuoco: promettendo comunque allo spettatore lo spettacolo della violenza per cui ha pagato, con dei filmati girati fuori contesto in cui vediamo medici appartenenti al progetto sociale in corso intervistare disperati e tossici promettendo un premio di 5.000 dollari a chiunque resti sull’isola durante lo sfogo, e qualcosina in più a chi decidesse, invece, di partecipare ad esso attivamente. Presupposti che solleticano la quadratura di un cerchio che però – forse proprio a causa di una fisionomia che lo condanna a prescindere - non avverrà mai, visto e considerato che - vuoi per le attese da soddisfare, vuoi per la paura di snaturare troppo un prodotto che porta con sé determinate radici - alla fine a fare la voce grossa – ma troppo grossa – resta nuovamente l'action e la violenza: quella alla continua ricerca di un rinnovamento impossibile e quindi costretta a scadere nell'esagerazione e nel già visto.
Si passa in breve tempo dai ragionamenti sulle questioni razziali, il sovraffollamento del pianeta e la povertà (all’interno dei luoghi del potere sono tutti bianchi) a battaglie tra gangster del posto smorzate a sorpresa da ritorni anacronistici (ma poi mica tanto) e malinconici di Ku Klux Klan e nazisti mercenari, fomentati probabilmente dall'occasione o, magari, assoldati ad hoc.

La classica soluzione intrattenitiva, volta a introdurre ritmo al film, rimbalzata stavolta da un canovaccio ridotto allo stremo che, pur reggendo per il rotto della cuffia, non può farcela a contrastare le molteplici parentesi di noia che, gioco-forza, vengono a crearsi.
Aumentando, in questo modo, il rammarico verso quell’occasione perduta che avrebbe potuto rendere questo prequel diretto dal quasi esordiente Gerard McMurray, in assoluto, il migliore della saga.

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